Il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha reso noto che la casa farmaceutica Moderna verrà meno agli accordi. Era previsto, infatti, che entro il 9 febbraio consegnasse 166 mila dosi di vaccino, invece in Italia ne giungeranno solo 132 mila, ovvero il 20% in meno del previsto.
Arcuri ha espresso sconforto e preoccupazione alla luce anche del comportamento di Pfizer e Astrazeneca. Durante la conferenza stampa di stamattina, ha spiegato che all’Italia mancano almeno 300 mila delle dosi di vaccino pattuite e che si pretende che gli accordi vengano rispettati: in un momento così delicato, non si può scherzare con la salute delle persone.
A queste condizioni, l’obiettivo di vaccinare a stretto giro tutta la popolazione diventa sempre più difficile da raggiungere. “Il 20 gennaio abbiamo bandito la gara per i padiglioni temporanei per le vaccinazioni – ha spiegato Arcuri – il termine per la presentazione delle offerte è prorogato al 3 febbraio, come prorogati sono i termini per la realizzazione fino a quando potrà iniziare la campagna di massa, molto difficile se non ci sono i vaccini“.
Il taglio di Moderna rallenta pesantemente la campagna vaccinale
La mancata consegna da parte di Moderna di tutte le dosi arriva nel momento in cui, da inizio pandemia, l’Italia ha superato i 2.5 milioni di casi Covid: un italiano ogni 23 è stato contagiato.
Domenico Arcuri ha aggiunto che l’Italia non solo sosterrà il farmaco europeo ReiThera, ma che vorrebbe strategicamente anche produrne uno proprio. Infatti, ha sostenuto la necessità di un sostegno per la ricerca e lo sviluppo di “un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid“.
Il Commissario ha infine spiegato che visti i continui ritardi e inadempienze da parte delle case farmaceutiche, buona parte del merito per il contenimento del Covid va alle restrizioni messe in atto dal governo, ma sono ancora insufficienti: serve il vaccino.