Dura punizione, in Iran, per il portiere della Nazionale di calcio Mohsen Forouzan, di 29 anni. La moglie non ha indossato il velo in pubblico, a lui è stata inflitta una squalifica. Lo ha deciso una Commissione morale che ha accusato la donna di “depravazione”. Il portiere, ex Esteghlal e ora al Khouneh-be-Khounehed, è stato sospeso per tre mesi da ogni attività agonistica. Una decisione che sta suscitando polemiche e un dibattito acceso.
La moglie di Forouzan è la famosa modella Nasim Nahali, che è comparsa sul web “senza osservare codici e moralità islamici”, ossia era senza l’hijab, il velo islamico che copre la testa delle donne in pubblico. Secondo la Commissione, il marito di Nahali “danneggia l’immagine del calcio e della Federcalcio iraniana”. Il portiere ha già fatto sapere di voler presentare appello e, nel frattempo, ha ringraziato i tifosi e la stampa che lo stanno sostenendo.
Forouzan, negli scorsi anni, è stato anche nel giro della Nazionale di Teheran, pur non esordendo mai in partite ufficiali. E’ sceso però in campo un paio di volte in amichevole, totalizzando una settantina di minuti in tutto. Non è bastato, però, per evitare la sanzione da parte della Commissione morale della Federcalcio iraniana. Le presunte colpe della moglie sono ricadute sul marito, insomma.
La legge islamica è molto dura con le donne che non indossano il velo in pubblico. Si può leggere sul Corano: “E di’ alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne e non mostrino troppo le loro parti belle, eccetto quel che di fuori appare, e si coprano i seni d’un veloe non mostrino le loro parti belle ad altri che ai loro mariti o ai loro padri o ai loro suoceri o ai loro figli, o ai figli dei loro mariti, o ai loro fratelli, o ai figli dei loro fratelli, o ai figli delle loro sorelle, o alle loro donne, o alle loro schiave, o ai loro servi maschi privi di genitali, o ai fanciulli che non notano le nudità delle donne, e non battano assieme i piedi sì da mostrare le loro bellezze nascoste; volgetevi tutti a Dio, o credenti, che possiate prosperare!”.