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Mondiali 2014: le meteore più famose della rassegna iridata

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Per un calciatore, giocare una fase finale di un campionato del mondo è un sogno che si avvera. Ad inizio carriera ogni giocatore ambizioso, spera in cuor suo di arrivare un giorno a giocarsi quella manifestazione e viverla da protagonista. Per molti il sogno si avvera ma per alcuni di essi, il post mondiale è stato un vero e proprio calvario finendo presto nel dimenticatoio. Una delle meteore più significative è stato Salvatore Schillaci, detto Totò, autore di uno strepitoso Mondiale negli Anni ’90. Dopo quella manifestazione, tutti si aspettarono da lui la definitiva esplosione e invece ci fu una lenta ed inesorabile fine calcistica.

Schillaci arrivò ai Mondiali di Italia ’90 con all’attivo 15 reti segnate nella sua prima apparizione con la maglia bianconera della Juventus. L’attaccante siciliano parte come riserva nelle prime due gara del girone, subentrando dalla panchina. Dalla terza gara diventa titolare e grazie ai suoi gol e giocate, l’Italia di Azeglio Vicini conclude il Mondiale al terzo posto. Schillaci segnò 6 reti laureandosi capocannoniere. A solo 25 anni e al pieno della sua maturazione, ci si aspettava il grande salto verso la gloria. Purtroppo per lui non fu cosi. Negli anni successivi in Serie A, non arrivò mai più oltre alle sei rete a stagione e anche in Nazionale fece un solo altro centro. Gli italiani però lo ricordano ancora con tanto affetto per quella stupenda estate del 1990.
In compagnia del bomber azzurro ci sono tante altre meteore. Paul Gascoigne, la gazza, appena 23 enne disputò un grandissimo Mondiale nel 1990. Delle sue giocate si stupirono tutti e Gazza trascinò la sua nazionale fino alle semifinali, dove fu sconfitto ai rigori dalla Germania. L’ascesa era partita ma un carattere molto particolare, colmo di vizi e scandali, con l’aggiunta di qualche infortunio di troppo fecero crollare il giovane campione. Le sue apparizioni nelle fasi finali dei mondiali finirono in quell’unica edizione.

Tra le tante meteore troviamo anche il brasiliano Josimar e il russo Oleg Salenko. A Messico ’86, Josimar si impose alla grande finendo nella “top 11” di quella edizione. Aveva 24 anni e il Mondo ai suoi piedi. Crollò rovinosamente nel giro di brevissimo tempo, finendo anche in carcere per aver picchiato una prostituta. Salenko, a Usa ’94, fu il capocannoniere con sei reti. Il bomber sovietico, dopo quel mondiale, non mise più piede in Nazionale e il suo nome finì nel dimenticatoio. Ruben Moran fu uno degli artefici del “dramma brasiliano” dei Mondiali del ’50. L’uruguagio giocò una gran partita alzando al cielo la coppa davanti ai tifosi carioca in lacrime. Dopo quella strepitosa prestazione la camiseta celeste la indossò solo un’altra volta. Un altro giocatore che ebbe l’ascesa ai Mondiali fu il turco Ilhan Mansiz. L’attaccante segnò 4 reti ai Mondiali 2002, portando la sua Nazionale ad uno storico terzo posto finale. Dopo l’ascesa arrivò una incredibile discesa dovuta ad una serie incredibile di infortuni.

Luca Vanni

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