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Per le strade delle principali città in Brasile continua la tensione tra i cartelli del narcotraffico e la polizia militare. Le autorità sono al lavoro per proteggere la sicurezza pubblica in occasione dei prossimi Mondiali di calcio, anche se, contro il torneo, sono scese in piazza moltissime persone, già in varie occasioni. Poteste e manifestazioni anti-Mondiali hanno coinvolto più di quaranta città del Brasile. E la paura aumenta. Le frequenti sparatorie tra poliziotti e narcotrafficanti spaventano la città di Rio de Janeiro che ospiterà sette partite del massimo appuntamento calcistico, tra cui la finale che si giocherà il 13 luglio nel mitico stadio Maracanà. Gli scontri colpiscono anche le favelas comprese nel progetto dell’Unità di Policìa Pacificadora (UPP), adottato nel 2007 dal governo di Rio per espellere i narcotrafficanti che controllavano vari quartieri della città e che riguarda fino ad ora 39 comunità, quasi tutte nelle zone turistiche e vicine al Maracanà.
L’ultima violenta sparatoria tra poliziotti e delinquenti è avvenuta un mese fa nella maggiore favela di Rio, Rocinha, ed ha causato la morte di un uomo – presumibilmente legato ai narcotrafficanti – e il ferimento di altre persone. Dopo questi fatti la presenza della polizia a Rocinha è stata rinforzata con uomini delle Operazioni Speciali e della polizia militare. Allo stesso tempo, il governatore di Rio, Luiz Fernando Pezao, ha chiesto al ministro della Giustizia di far portare nelle prigioni federali i leader del narcotraffico arrestati a Rio, visto che c’è il sospetto che sarebbero loro a guidare l’onda di violenza che è esplosa nella città nelle ultime settimane, e che include incendi di autobus ed attacchi ai poliziotti.
L’organizzazione criminale brasiliana Pcc ha già minacciato da mesi di essere pronta a lanciare veri e propri attacchi terroristici, sia durante i Mondiali di calcio che in occasione delle elezioni presidenziali. La procura dello stato di San Paolo ha fornito informazioni sulle attività di Pcc (Primeiro Comando da Capital): “Le minacce si estendono, hanno promesso un ‘Mondiale del terrore’“, scrive il quotidiano O Estado de Sao Paulo. A pochi mesi dall’inizio dei Mondiali di calcio, il governo brasiliano ha deciso quindi di inviare truppe federali a Rio de Janeiro per affrontare l’ondata di attentati contro i poliziotti nelle favelas ‘pacificate’. Lo hanno annunciato il ministro della Giustizia, José Eduardo Cardozo, e il sindaco di Rio, Sergio Cabral, dopo un incontro la presidente del Brasile, Dilma Rousseff.
La notizia del giornale O Estado de Sao Paulo segue la rivelazione dei dettagli di un copioso rapporto della procura dello stato di San Paolo sulle attività di Pcc. “Le minacce si estendono al 2014, quando hanno promesso un ‘Mondiale del terrore’ e attentati durante le elezioni presidenziali”, ha avvertito il giornale nelle scorse settimane, ma è il Brasile tutto che sembra contagiato da una crescente sensazione di insicurezza e smarrimento che rischia di compromettere la grande occasione che il Paese ha di mettersi in vetrina.
La credibilità internazionale è importante, e polemiche sono sorte riguardo lo stadio dove si giocheranno i mondiali di calcio, ovvero l’Arena Corinthians, che doveva essere inizialmente pronto il 31 12 del 2013. Poi il costruttore, Odebrecht, ha fissato il nuovo termine al 15 aprile 2014. L’ultimo pronunciamento, della Fifa stavolta, rimandò poi tutto al del 15 maggio.
In occasione dei mondiali di calcio, il Brasile ha dunque deciso di far scendere in campo anche i suoi militari. Le autorità non hanno fornito numeri precisi, ma hanno spiegato che il governo federale intende sostenere sino in fondo l’impegno del governo di Rio nella sua battaglia contro il crimine organizzato. Dal 2008 quasi 10mila agenti sono stati schierati in 38 distretti di 174 favelas nel tentativo di domare aree da tempo nelle mani di gang e signori della droga.
Il ministro della Giustizia, Eduard Cardozo, ha ufficialmente annunciato dunque l’invio di reparti militari nelle periferie più diseredate nei pressi dell’aeroporto internazionale di Rio de Janeiro, a supporto della polizia e in previsione dell’arrivo di centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo. Invasione per la quale anche le prostitute locali sono già corse ai ripari per essere più spendibili sul mercato.
Sarà il capo di stato maggiore della Difesa a occuparsi dell’intera operazione per fornire alla polizia il supporto militare giudicato indispensabile. Il segretario di Stato di Rio per la Sicurezza, Jose Mariano Beltrame ha chiarito senza mezzi termini l’obiettivo dell’impiego delle truppe: “Vogliamo mostrare chi è più forte e dimostreremo che lo Stato di Rio e lo Stato brasiliano sono più forti delle bande criminali“.
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