“Come può Monica Cirinnà, una per cui fu necessario addirittura l’esorcismo, legiferare su un tema così sacro come la famiglia?”. Tuonerebbero così, forse, gli ultra-cattolici se sapessero dell’infanzia della madrina del ddl sulle unioni civili gay. La Cirinnà subì davvero un esorcismo: lo ha confermato anche il marito. Ci sentiamo in dovere di scriverlo subito: non era né matta né posseduta. La Cirinnà-bambina fu vittima della follia di una suora.
La storia l’ha raccontata Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano oggi senatore per Ncd, alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. Tutto poi confermato dal marito Esterino Montino: “Ai tempi non la conoscevo, ma lo confermo, perché ho sentito più volte anche la madre di Monica raccontarlo. Ovviamente, dopo quell’episodio cambiò scuola”.
Monica Cirinnà è nata nel 1963 a Roma da una famiglia cattolica. Ha frequentato le elementari e le medie dalle suore. Il fattaccio è accaduto durante la scuola media. Albertini, che lavora con lei in Commissione giustizia, ha spiegato: “Monica Cirinnà con le scuole cattoliche ha un rapporto conflittuale”. Come darle torto. Successe che un giorno la ragazzina beccò nella serra della scuola una suora che stava consumando un rapporto sessuale con il giardiniere, infrangendo il sacro voto di castità. Cose che succedono nella realtà, e non solo nei film erotici di serie c. Monica raccontò tutto ai genitori, che riportarono il fatto alla madre superiora. Questa non si limitò a negare, ma arrivò ad accusare la povera bambina di essere posseduta dal demonio. Insomma, secondo la suora la piccola era vittima del maligno e aveva avuto visioni deliranti. Per questo fu sottoposta a un esorcismo. Un trauma che la convinse a scegliere un liceo laico, lontana dal fanatismo religioso.
Dopo il liceo classico si è iscritta alla Sapienza e si è laureata in legge. Quindi è entrata in politica con i Verdi, portando avanti battaglie per l’ambiente e per gli animali. Durante gli anni in consiglio comunale ha fondato un’associazione per la difesa dei gatti e dei gattari; si è battuta per la liberazione della mucca Ercolina; ha proposto multe ai manifestanti che si erano portati in corteo gli asini di Arcore (asini, non politici della cittadina brianzola); ha lottato affinché Papa Ratzinger si potesse portare i gatti in Vaticano; si è battuta, da vegetariana, per i diritti di vegetariani e vegani. Nel 2008 ha aderito al Partito Democratico, nel febbraio 2013 è stata eletta in Senato.
Arriviamo così al presente, quando il ddl Cirinnà sulle unioni civili le ha offerto le luci della ribalta: paladina dei diritti per chi sostiene il disegno di legge, nemica della famiglia tradizionale per gli integralisti. Come il direttore di Radio Maria che l’ha messa in guardia dal giudizio divino: “Arriverà anche per lei il funerale”. La vecchia madre superiora (se ancora viva) probabilmente le farebbe un altro esorcismo. Acqua santa o meno, la legge rischia di saltare comunque a causa dell’ostruzionismo delle opposizioni e del dietrofront del Movimento 5 Stelle. “Ho sbagliato a fidarmi dei 5 Stelle, se la legge sulle unioni civili diventerà una schifezza sono pronta a togliere la firma e a lasciare la politica”, ha commentato amareggiata la senatrice.