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Punto chiave dell’agenda politica di Matteo Renzi, la fine del bicameralismo perfetto è un passaggio delicato per i poteri istituzionali. Nel nostro paese infatti vige quello che viene definito il bicameralismo perfetto con l’esistenza di due Camere elettive (Camera e Senato) con gli stessi poteri e competenze. Nelle intenzioni del governo, il Senato non sarà abolito ma cambiato, trasformandolo in una Camera delle Autonomie. Mentre la politica discute su come avviare la trasformazione, Renzi ha più volte chiarito che il nuovo Senato, non voterà più la fiducia, non sarà più elettivo ma composto da istituzioni e rappresentanti delle forze regionali. Si cerca un modello di riferimento, ma come funziona il bicameralismo negli altri paesi? Quali sono invece quelli che hanno adottato il monocameralismo?
Nelle maggiori democrazie occidentali, in Europa come negli Stati Uniti, il bicameralismo è la forma scelta per l’organizzazione del Parlamento che si divide in due Camere, di norma definite Alta e Bassa, differenti per composizione, durata e attribuzioni. L’esistenza di due Camere permette un doppio controllo sull’aspetto legislativo, assicura la pluralità e l’equilibrio tra i poteri. In Italia però, il bicameralismo perfetto ha portato a rallentamenti e in alcuni casi alla stagnazione dell’azione legislativa. Negli altri paesi invece l’evoluzione, anche dovuta a fattori storici, ha portato a un sistema attenuato, con una differenziazione dei due rami del Parlamento per competenze, composizione e durata. Avviene così in Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in tutte le maggiori democrazie del mondo.
Il monocameralismo invece consiste nell’esistenza di un’unica camera parlamentare. Di norma si ha nei paesi più piccoli e omogenei a livello di estensione e popolazione o nelle monarchie parlamentari. In Europa lo attuano la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia, la Svezia, la Grecia e il Portogallo. Una sola Camera permette di tagliare i costi e le spese della politica e di eliminare doppi passaggi, ma può essere molto meno rappresentativa delle diverse realtà che compongono un paese.
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