Nel periodo invernale la cronaca riporta sempre più spesso casi di intossicazione da monossido di carbonio, spesso dovuti a caldaie vecchie e non controllate, ma anche a stufe e bracieri usati in modo inappropriato. Sapere come difendersi dalle esalazioni di monossido di carbonio è importante: le statistiche ufficiali riportate dal ministero della Salute parlano di 500/600 morti all’anno di cui i 2/3 per intossicazione volontaria e con l’80% dei casi registrati nei Pronto Soccorso che avviene tra le mura domestiche. Il monossido di carbonio è anche noto come il “killer silenzioso” essendo un gas inodore. Il binomio monossido di carbonio-caldaia è spesso alla base di molte tragedie, ma non è il solo: ecco una guida utile su come proteggersi e prevenire fughe di gas letali.
Gli esperti del Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (CNIT) dell’IRCCS Fondazione Maugeri e del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità, considerano l’avvelenamento da monossido di carbonio (CO) una “intossicazione stagionale” a causa dei picchi che si registrano nei periodi invernali. Nella maggior parte dei casi le intossicazioni avvengono all’interno delle mura domestiche a causa di impianti di riscaldamento mal funzionanti e obsoleti o comunque non in linea con le disposizioni vigenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul monossido di carbonio, le caldaie e la prevenzione.
Monossido di carbonio: cos’è
Il monossido di carbonio è un gas tossico, incolore, inodore, insapore e non irritante che si produce per combustione incompleta di qualsiasi materiale organico, quando nell’ambiente non c’è sufficiente ossigeno. Senza ventilazione adeguata, può raggiungere concentrazioni elevate in pochi istanti, provocando la morte. Il monossido è dunque prodotto dalla combustione di motori a benzina, fornelli, stufe, generatori, lampade a gas, oppure che brucino carbone o legno. In spazi completamente o parzialmente chiusi l’accumulo avviene in poco tempo: essendo inodore, non è percepito dagli esseri umani.
Sintomi d’intossicazione da monossido di carbonio
Come da indicazioni del ministero della Salute, in condizioni normali all’interno delle abitazioni i livelli di monossido sono compresi tra 1,5 e 4,5 mg/m3. Se però sistemi di riscaldamento e di cottura non adeguati sono in funzione o in presenza di fumo di tabacco, senza la necessaria ventilazione, le concentrazioni interne possono superare quelle esterne e raggiungere livelli sino a 60 mg/m3.
Il ministero ricorda che con concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3 non si hanno effetti apprezzabili sulla salute,
negli individui sani, ma i pazienti con problemi cardiaci possono avere crisi pericolose: a livelli più alti anche le persone in salute rischiano la vita.
I primi sintomi di intossicazione da monossido di carbonio sono cefalea, confusione, disorientamento, capogiri, visione alterata e nausea: la morte può sopraggiungere in breve tempo. Per questo, se si ha il dubbio, è importante sapere cosa fare in caso di avvelenamento da monossido. La prima cosa è areare subito il locale, far allontanare tutti dalla stanza, animali compresi, spegnere la fonte di inquinamento (caldaia, stufa, fornello o braciere) e chiamare Vigili del Fuoco e ambulanze.
Monossido di carbonio e caldaie: prevenzione
Come abbiamo visto, il monossido di carbonio è prodotto da una combustione imparziale e in ambienti con poco ossigeno. Ciò significa che ogni caldaia deve avere un adeguato sistema di ventilazione perché non produca fuoriuscite di gas letali. È dunque necessario che ogni impianto abbia un foro di areazione adeguato alla tipologia, alla potenzialità e destinazione d’uso del locale.
La ventilazione e il tiraggio sono essenziali da controllare per evitare avvelenamento da CO. È dunque fondamentale sottoporre il proprio impianto alla regolare manutenzione da parte di personale competente e certificato.
La legislazione vigente sulle caldaie (DPR 74/2013) prevede l’obbligo di controlli da parte di personale e ditte autorizzate e riconosciute. La legge è chiara anche su ogni quanto far controllare la caldaia. Posto che ogni Regione ha una sua tempistica, il Dpr chiarisce che il controllo può anche non essere annuale ma “deve essere effettuato conformemente alle prescrizioni e con la periodicità indicate nelle istruzioni tecniche per l’uso e la manutenzione rese disponibili dall’impresa installatrice dell’impianto ai sensi della normativa vigente”.
Per evitare perdite di monossido è necessario far controllare l’impianto almeno all’inizio della stagione fredda, specie se vecchio e mal funzionante. Stessa cosa per bracieri e stufe, a gas, legno o altro: il controllo serve a garantire il tiraggio dei fumi verso condotti e canne fumarie esterne. Al termine del controllo, il personale autorizzato vi rilascerà un certificato che farà parte del libretto della caldaia.
Assicurarsi che per ogni caldaia o stufa ci sia una singola canna fumaria: far confluire più apparecchi in un solo tubo è pericoloso e può portare a perdite di monossido mortali.
Avere ventilazione e aerazione degli ambienti idonea è altro passaggio fondamentale. Se avete un vecchio impianto a tiraggio naturale, assicuratevi che confluisca in un apposito camino o canna fumaria e che questi siano liberi. Il camino deve avere lo scarico da un solo apparecchio per piano: la manutenzione del camino è necessaria almeno prima della stagione fredda e ricordatevi sempre di pulirlo con cura.
I controlli previsti per legge sulle caldaie riguardano anche l’efficienza dello smaltimento dei prodotti della combustione, la tenuta dei condotti del gas di alimentazione e la funzionalità dei dispositivi di controllo della fiamma.
Mai mettere stufe a gas e caldaie a fiamma libera nelle camere da letto.
Per essere il più sicuri possibile, si possono installare rilevatori di CO in casa che avvisano, con segnali acustici tali da essere sentiti anche nel sonno, in caso di valori tossici soglia.
In ogni caso, non fate mai voi la manutenzione e rivolgetevi sempre a personale autorizzato e riconosciuto.
Monossido di carbonio e fornelli
Oltre alla caldaia, per evitare intossicazione da monossido di carbonio è fondamentale prendersi cura di fornelli e degli ambienti dove si cucina. Dove ci sono apparecchi di cottura deve esserci un adeguato foro di areazione: assicuratevi che non sia ostruito. Inoltre, deve essere presente una cappa che mandi tutti prodotti derivati dalla combustione in un’apposita canna di esalazione esclusiva.
Non usate mai un forno o un fornello a gas per riscaldare casa e mai griglie a carbone, barbecue, lanterne o fornelli da campeggio dentro casa, in tenda o in camper.
Come ricorda poi il centro antiveleni di Milano dell’ospedale Niguarda, il metano che esce dai fornelli non contiene CO: in caso di spegnimento della fiammella non c’è rischio di intossicazione da monossido, ma altri problemi legati alla mancanza progressiva di ossigeno nell’aria.
Monossido di carbonio, alcuni consigli in più
Il Centro nazionale di prevenzione ha stilato una breve lista di consigli per evitare intossicazioni da CO. Nel dettaglio, segnaliamo di “non accendere veicoli a motore, generatori, macchine per lavaggio a pressione o qualsiasi apparecchio a gas nelle vicinanze di una finestra o di una porta aperte, per evitare che gli scarichi si accumulino nello spazio chiuso” e di “non lasciare mai un veicolo acceso in un parcheggio all’interno di uno spazio completamente o parzialmente chiuso, come per esempio un garage”.