[veedioplatform code=”0176cb7c46395c61d109c5efaec42f0b”]
Notte ad alta quota per 45 persone, che fino all’alba sono rimaste sospese ad oltre 3mila metri di altezza, chiuse nelle cabine dalla funivia ‘Panoramic Mont-Blanc’, che collega l’Aiguille du Midi (3842 metri) a Chamonix alla Punta Helbronner (3462), versante italiano del massiccio del Monte Bianco.
Un guasto all’impianto alle 17.30 di giovedì 8 settembre ha fermato la corsa della funivia, sulla quale stavano viaggiando 110 persone, prevalentemente italiani, francesi e americani. Il guasto è stato riparato nella mattinata del 9 settembre. I soccorritori avevano già portato a terra la maggior parte delle persone. L’impianto è ripartito, le cabine sono arrivate in stazione e tutti i passeggeri sono scesi a terra.
La funivia percorre un tratto di oltre 5 chilometri sopra il ghiacciao. Costruita nel 1957, è stata regolarmente sottoposta a lavori di manutenzione e di rinnovamento. I passeggeri viaggiano in piccole cabine da quattro posti, che circolano in gruppi di tre.
“Al rifugio Torino abbiamo portato, nel corso della serata di ieri, personale medico che ha accolto le persone evacuate ed è stato predisposto anche un servizio di psicologi dell’emergenza”, ha chiarito il responsabile della comunicazione del soccorso alpino, Walter Milan.
LA FINE DI UN INCUBO
Sono scesi a terra, sul piazzale di Courmayeur, a pochi metri dal tunnel del Bianco, i turisti rimasti intrappolati per l’intera notte.
“L’intervento che viene fatto è quello della gestione della prima accoglienza, quindi soddisfare i bisogni primari delle persone soccorse anche portando loro coperte e bevande calde. Questo è il primo segno di accoglienza e di ritorno a una realtà più stabile”, ha spiegato Roberto Raia psicologo del nucleo psicologico dell’emergenza della Valle d’Aosta nonché uno dei soccorritori che la scorsa notte ha aiutato le persone rimaste bloccate sulla funivia del Monte Bianco.
“Non ci sono stati casi critici se non per una signora americana, proveniente da Filadelfia, che doveva prendere delle medicine: era carica dell’ansia accumulata durante tutta la notte di attesa e voleva al più presto rientrare a casa, come poi è stato”, ha aggiunto Raia.
LE TESTIMONIANZE
“L’ovovia è francese ma da parte dei francesi non abbiamo avuto nessuna informazione. Le notizie le ho avute perché ho chiamato l’albergo e loro hanno telefonato a Chamonix. Non c’era l’interfono e nella nostra cabina non c’era nulla, nemmeno la coperta. Non ci ha raggiunto la gendarmerie e nessuno si è calato nella cabina, come invece è stato detto. Adesso sono contenta di essere qui, in salvo”. E’ il racconto di Laura Bettini, una delle persone rimaste bloccate tutta notte sulla funivia. Cristiano Gastighini, paracadutista di Senigallia (Ancona), anche lui tra le persone che hanno vissuto la brutta esperienza in quota, valuta positivamente l’intervento: “I soccorsi hanno funzionato perfettamente, di meglio non potevano fare. C’è stato freddo ma è normale. Abbiamo avuto un po’ di paura ma quando mi hanno detto al telefono che stavano arrivando i soccorsi in elicottero mi sono tranquillizzato. In montagna possono succedere queste cose. Cosa ho fatto durante la notte? Ho ripreso a fumare”.
IL GUASTO
Due cavi che, complice anche il vento si sono accavallati. Questo il guasto che ha causato il blocco della funivia inaugurata nel 1956. Sono stati i tecnici giunti durante la notte a riparare l’impianto, che in mattinata con il sole alto si è rimesso in funzione. Nel pomeriggio dell’8 settembre a poche ore dal blocco è risultato difficile risolvere il problema tecnico, così si è deciso per l’evacuazione dei passeggeri.
LA MACCHINA DELL’EMERGENZA
La macchina dei soccorsi si è immediatamente messa in moto. Subito dopo il guasto il prefetto del dipartimento dell’Haute-Savoie, Georges-François Leclerc, ha ordinato l’organizzazione di un quartiere generale dell’emergenza a Chamonix. Sono stati subito impiegati quattro elicotteri per evacuare i passeggeri i primi passeggeri nel pomeriggio di ieri, tra cui un mezzo del Soccorso alpino italiano, decollato da Aosta con quattro guardie alpine a bordo.
I SOCCORSI
Nella serata di ieri i soccorritori sono riusciti ad evacuare 65 persone, calate da oltre 100 metri di altezza sul ghiacciaio della Vallée Blanche e, da qui, poi trasferiti sul versante italiano e a Chamonix, in Francia. Nessuno di loro è rimasto ferito. “tenuto conto della situazione – ha detto il prefetto – si tratta di una grande operazione di soccorso”.
NOTTE IN CABINA
Gli uomini del Soccorso alpino italiano hanno trascorso la notte in cabina con le persone rimaste in quota. Gli esperti hanno raggiunto le cabine con l’elicottero e, muovendosi lungo il cavo metallico sono rimaste a fianco dei passeggeri, anche per rassicurarli. Per far trascorrere la notte nel più tranquillo modo possibile sono state portate coperte e vestiti, prima che le nuvole basse e l’oscurità rendessero impossibile il volo. Le operazioni di evacuazioni dell’impianto alla luce della scarsissima visibilità e dei rischi nel calare i passeggeri da oltre 100 metri di altezza sul ghiacciaio della Vallée Blanche sono state sospese nella notte e sono poi riprese all’alba.
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…
Il riscaldamento a pavimento è una delle soluzioni più moderne e apprezzate per il comfort…