Montenegro, scambio di culla: i genitori tornano a casa con il bimbo sbagliato

Montenegro scambio in culla i genitori tornano a casa con il bimbo sbagliato

[didascalia fornitore=”altro”]Foto Pixabay[/didascalia]

Un caso di malasanità arriva da un ospedale di Podgorica, la capitale del Montenegro: una coppia di neo-genitori è tornata a casa e si è accorta che il cartellino sul polso della madre non corrispondeva a quello del bambino. Si è trattato di uno di scambio di neonati in culla. Mamma e papà hanno immediatamente denunciato l’accaduto alla struttura ospedaliera, che ha avviato un’indagine per identificare i responsabili dell’accaduto. Per il momento l’ospedale ha fatto ricadere la colpa su un’infermiera che, secondo quanto riportato dall’Indipendent avrebbe ‘commesso errori nella procedura standard’.

Secondo la ricostruzione dei fatti, l’infermiera responsabile dello scambio di neonati in culla è una veterana dell’ospedale, lavora nella struttura da oltre vent’anni. Proprio per questo la direzione sanitaria è rimasta esterrefatta dinanzi a quel grave errore: pare che la donna non si sia accorta che il cartellino del piccolo era diverso da quello della mamma. La dirigenza dell’ospedale ha dichiarato che i medici e gli infermieri coinvolti nello scambio di neonati saranno sottoposti a misure disciplinari: ‘Tutti i responsabili saranno sanzionati’. Inoltre, il direttore del centro clinico Zorica Beba Kovačević ha dichiarato: ‘Non vi è alcuna giustificazione per quando accaduto. L’indagine avrà lo scopo di scoprire se il bambino sia stato scambiato volutamente o per errore’.

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Secondo i media locali contro l’infermiera responsabile dello scambio di bambini è partita una denuncia penale, inoltre il ministro della salute del Montenegro, Kenan Hrapović, ha chiesto personalmente il licenziamento del primario del reparto di maternità. ‘È inconcepibile che nel 21esimo secolo si verifichino ancora. L’onere della responsabilità deve essere sostenuto da tutti coloro che sono coinvolti nel lavoro di gestione in un reparto come quello di maternità’, ha aggiunto ministro.

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