Letizia Moratti, ex sindaca di Milano e ora vice governatrice della Lombardia, ha smentito di essere stata nominata come amministratrice delegata di Milano-Cortina, le Olimpiadi invernali del 2026. Prima del suo staff, la notizia era stata smentita anche dall’inquilino numero uno di Palazzo Marino, Beppe Sala.
L’ex titolare dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, però, è un nome molto chiacchierato ultimamente: prima per le regionali in Lombardia del 2023, poi anche per un ruolo da ministra nel governo di Giorgia Meloni. Ma la partita rimane ancora aperta sia per quanto riguarda le candidature per la successione di Attilio Fontana, specialmente all’interno del centrodestra, sia per quanto riguardo il posto di ad dei giochi a cinque cerchi.
“La dottoressa Letizia Moratti smentisce la sussistenza della notizia sulla sua nomina come amministratrice delegata delle Olimpiadi Milano-Cortina. Qualsiasi decisione di Letizia Moratti sarà comunicata esclusivamente dal suo ufficio stampa. Ogni altra notizia a lei inerente è destituita di fondamento“, con un comunicato del suo staff, l’attuale vice governatrice e assessora al Welfare della Lombardia ha smentito le notizie che circolavano su una sua nomina, da parte del governo appena insediato di Giorgia Meloni, nel consiglio di amministrazione dei giochi a cinque cerchi del 2026.
Smentita che, per altro, trova conferma in un’altra nota, quella della presidenza del Consiglio dei ministri: “Sulla nomina del nuovo amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 – si legge da Palazzo Chigi -, che ha carattere di urgenza, non ci sono ancora determinazioni“, che “una volta maturate saranno preventivamente portate a conoscenza dei soci della Fondazione stessa“.
Sulla vicenda, poco prima, su Twitter era intervenuto anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che aveva sì scritto che non gli risultava, ma è anche che “non può essere fatta una scelta così delicata per risolvere i problemi del centrodestra in Lombardia“.
Ma andiamo per gradi. E partiamo prima dal ruolo che avrebbe dovuto avere nella Fondazione Milano-Cortina. Secondo quanto sosteneva Repubblica, Moratti avrebbe dovuto prendere il posto di Vincenzo Novari, che in questi anni non è stato tanto in sintonia né con Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione stessa, né con il Cio.
Di nomi per la carica, nel corso del tempo – specie da quando Mario Draghi ha firmato il decreto attuativo il 10 agosto per far entrare anche il governo dentro i giochi -, ne sono stati fatti tanti, da Vittorio Colao a Flavio Cattaneo, passando per Michele Uva e Andrea Abodi, attuale ministro dello Sport e dei Giovani. Era proprio l’ultimo il più probabile, perché piaceva un po’ a tutti, e infatti si era messo a lavorare ai dossier per i giochi olimpici, poi il dirottamento al ministero e niente da fare, quindi la trovata dell’ex sindaca di Milano per prendere, in un certo senso, due piccioni con una fava.
Sempre secondo il giornale di Maurizio Molinari, infatti, la scelta di Moratti sarebbe stata perfetta per allontanare la vice governatrice della Lombardia dal candidarsi alle regionali del 2023. Il centrodestra, in pratica, ancora non si è messo d’accordo su chi sia il prescelto per Palazzo Lombardia, anche se Attilio Fontana, fedelissimo di Matteo Salvini, sembra essere in pole rispetto all’imprenditrice ed ex ministra del Miur. Lei, però, non vuole certo mollare e potrebbe anche cercare uno sponsor altrove o, addirittura, candidarsi a prescindere dall’appoggio che potrebbe arrivare dalla coalizione che ha vinto le elezioni del 25 settembre.
Non solo, però: perché Moratti sarebbe stata perfetta oltre che perché una figura professionale di tutto rispetto e con una certa caratura anche dal punto di vista internazionale, anche perché così la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana avrebbe potuto giocare la sua carta, ovvero quella di Fratelli d’Italia, nel Lazio, che alle urne per eleggere un nuovo governatore ci andrà molto prima rispetto ai “cugini” lombardi.
Insomma, l’ex presidente Rai sarebbe stata la merce di scambio perfetta per ottenere quello che voleva dando comunque un ruolo di prestigio a una figura che, tra l’altro, Meloni aveva proposto anche per la presidenza della Repubblica a gennaio, ma che era in lizza anche per prendere il posto di Roberto Speranza al ministero della Salute, che invece, si sa, è andato al rettore di Tor Vergata, Orazio Schillaci.
Con la smentita prima di Moratti, poi di Palazzo Chigi, è chiaro che i giochi sono ancora del tutto aperti per un amministratore delegato per i giochi, quelli che veri, che inizieranno a febbraio del 2026 e per cui siamo ancora un po’ indietro nella realizzazione delle infrastrutture.
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