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È morta Marta Marzotto, nata Vacondio: la stilista ed ex modella originaria di Reggio Emilia, che aveva 85 anni ed era malata da tempo, si è spenta nella clinica La Madonnina di Milano, dove era ricoverata da giorni. Ad annunciarne la scomparsa è stata la nipote Beatrice Borromeo, che su Twitter ha postato una foto della nonna corredandola con il tenero messaggio d’addio ‘Ciao nonita mia’. Ex moglie del conte Umberto Marzotto ed ex musa ispiratrice del pittore Renato Guttuso, Marta Marzotto è stata a lungo l’indiscussa regina del jet set italiano e l’animatrice dei salotti culturali dell’alta società.
La storia di Marta Marzotto, morta a Milano il 29 luglio 2016, ha qualcosa di fiabesco: nata in una famiglia povera (il padre era casellante delle ferrovie e la madre mondina), svolse da ragazza mestieri molto umili – mondina come sua mamma e apprendista sarta (nel frattempo si era trasferita con i suoi a Mortara, nel pavese) – prima di ‘svoltare’ grazie alla sua bellezza, che le permise di trovare un lavoro come modella presso la sartoria delle sorelle Aguzzi a Milano. Ed è proprio frequentando l’ambiente della moda che all’inizio degli anni ’50 conobbe il conte veneto Umberto Marzotto, ricchissimo comproprietario dell’omonima industria tessile.
Come nelle migliori favole, la ‘cenerentola’ Marta e il ‘principe azzurro’ Umberto convolarono a nozze il 18 dicembre 1954 e l’ex mondina diventò contessa, vedendosi improvvisamente spalancare le porte dell’aristocrazia italiana e internazionale (conobbe e frequentò tra gli altri Hemingway, Ranieri di Monaco, Onassis, la Callas, persino il caudillo Franco). Quello tra Marta Macondio e Umberto Marzotto fu inizialmente un matrimonio felice, nobilitato dalla nascita di ben cinque figli (Paola, diventata poi madre di Beatrice e Carlo Borromeo, Annalisa, venuta a mancare a soli 32 anni per fibrosi cistica, Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo, noto imprenditore), ma alla lunga non funzionò e i due si separarono alla fine degli anni ’60, anche se Marta continuò, e lo avrebbe fatto fino alla morte, a usare il cognome dell’ex marito.
Poco dopo la fine del suo matrimonio Marta Marzotto conobbe il celebre artista Renato Guttuso, diventandone la figura femminile dominante nelle pitture e nella vita privata (lui amava definirla ‘la mia dolce libellula d’oro’). Guttuso, dopo averla conosciuta nel salotto dei Marchi a Milano, la rappresentò in numerose opere, a cominciare dalla preziosissima serie delle ‘Cartoline’, un insieme di 37 disegni e tecniche miste. Il rapporto tra la Marzotto e Guttuso cessò improvvisamente dopo circa venti anni (lei successivamente ebbe una storia con il politico Lucio Magri), ma Marta rimase per tutti l’indiscusso punto di riferimento dei cosiddetti salotti buoni.
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