La giovane Mahsa Amini è morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale, a causa del suo velo. In Iran scoppiano le rivolte contro l’integralismo islamico.
Feriti e morti dopo gli scontri con la polizia religiosa, che avrebbe aperto il fuoco contro i manifestanti scesi in piazza anche a Teheran dopo la morte di Mahsa Amini.
Era stata presa in custodia dalla polizia religiosa, poi dichiarata morta dopo – secondo le dichiarazioni dei media statali islamici – aver avuto un malore. Ma il padre di Mahsa Amini è sicuro: la figlia non aveva alcun problema di salute.
Probabilmente dunque un colpo al cranio, piuttosto che un malore durante l’attesa insieme ad altre donne fermate dalla polizia. E’ la polizia della moralità, che in Iran deve fare rispettare le leggi islamiche. Mahsa era stata fermata dalle forze dell’ordine per la posizione del suo velo, che non avrebbe convinto gli agenti.
La gente però ha deciso di proteste contro la polizia, scendono in piazza ed alzando la voce dopo la scomparsa della giovane. Duri gli scontri contro gli agenti, mentre alcune Ong stanno riportando i numeri dei feriti. Sarebbero almeno 21 le persone rimaste ferite dopo gli scontri con la polizia, che avrebbe secondo diverse fonti aperto il fuoco contro la folla, anche nella stessa Teheran.
Ieri, lunedì 19 settembre, è stato il terzo giorno di fila di scontri dopo la notizia della morte di Mahsa Amini. Sono al momento 5 le vittime secondo notizie ancora non ufficialmente confermate.
Sempre secondo il The Guardian, il colonnello Ahmed Mirzaeu a capo della polizia morale di Teheran sarebbe stato sospeso. La scorsa domenica è stato lo stesso presidente Ebrahim Raisi, che dopo la sua elezione aveva assolutamente intensificato le applicazioni e le rigidità legate alle leggi islamiche religiose sul velo, avrebbe parlato alla famiglia della vittima.
Il presidente ha parlato di un incidente, paragonando secondo i media statali Mahsa alla sua stessa figlia, secondo quanto riferito dai media istituzionali.
Sulle varie tac, e accertamenti medici pubblicati anche dal The Guardian infatti, la 22enne avrebbe riportato una frattura, un’emorragia e un edema cerebrale. Il padre aveva inoltre parlato di ferite e contusioni alle gambe, individuando immediatamente la polizia come colpevoli della morte della figlia.
Le proteste proseguono intanto in tutto il Paese. Tante le città, insieme alla capitale, dove la gente ha voluto protestare contro l’integralismo islamico. E’ stato il gruppo a tutela dei diritti umani curdi Hengaw a riferito che la polizia avrebbe aperto il fuoco uccidendo 5 persone. Due durante i disordini nella città – curda – di Saqez, proprio la città di Amini. Due invece a Divandarreh, mentre la quinta e ultima vittima sarebbe stata uccisa in un’altra regione curda, a Dehgolan.
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