Durante il processo in cui il broker Massimo Bochicchio era imputato prima della sua morte, la moglie ha chiesto ai giudici la restituzione di una grossa somma di denaro e di alcuni beni sequestrati.
La vedova dunque rivendica la somma di 500mila euro e di una serie di suoi beni sequestrati.
Il processo che si sta tenendo in vista dei crimini commessi dal broker prima della sua morte, la settimana prossima molto probabilmente verrà estinto proprio per morte dell’imputato.
Massimo Bochicchio era un broker di successo, proprietario di un’importante società inglese, la Kidman Asset Management. Grazie al suo lavoro aveva contatti con numerose persone di spicco.
Fin quando nel 2021 non fu accusato dalla procura di Milano di riciclaggio internazionale e di truffa nei confronti di alcuni vip.
Immediatamente subito dopo la condanna l’uomo scappò a Dubai, mentre le forze dell’ordine proseguirono ad attuare una serie di sequestri nelle sue proprietà.
Tra i beni sequestrati alcuni conti correnti e opere di valore del grande artista novecentesco Giacomo Balla.
Inoltre la società inglese gestita da Bochicchio aveva acquisito e poi fatto sparire i soldi di migliaia di risparmiatori, tra cui molti vip come Massimo Ranieri, Stefano Desideri e Enrico e Carlo Vanzina.
Lo scorso 19 giugno il broker Massimo Bochicchio è deceduto a causa di un incidente in moto. A quanto pare l’uomo si trovava a Roma, precisamente su via Salaria quando si è scontrato con la sua moto Bmw contro il muro dell’aeroporto dell’Urbe di Roma.
A causa dello scontro il mezzo ha iniziato a prendere fuoco, diffondendo le fiamme anche sul corpo di Bochicchio, carbonizzandolo completamente.
Inizialmente gli inquirenti credevano che non si fosse trattato di un incidente ma di un vero e proprio omicidio in cui l’uomo era stato bruciato vivo. Solo in un secondo momento invece è stato scoperto che la morte del broker in realtà è stata cagionata dallo schianto e non dalle fiamme.
Dunque in poche parole, quando il corpo di Bochicchio ha preso fuoco, l’uomo era già deceduto.
Va in ogni caso specificato che l’incidente in moto rimane ancora un mistero. Proprio in vista del fatto che la strada che stava percorrendo l’uomo la sera dell’incidente era completamente dritta. Non vi erano né fosse, né buche. Dunque non si spiega come abbia fatto l’uomo a scontrarsi contro quel muro.
Sicuramente il complesso e articolato caso di Bochicchio non verrà chiuso con il processo. Ma al contrario molto probabilmente continueranno le indagini degli inquirenti.
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