Tutto è già pronto per un evento che magari avverrà tra anni ma sarà inevitabile: la morte della Regina Elisabetta II. Il Guardian ha ottenuto il dossier segreto dell’operazione nominata London Bridge, ossia tutte le procedure che verranno applicate dopo il decesso della sovrana. Le ultime notizie sulla regina la danno in ottima forma, nonostante i 91 anni il prossimo aprile, e l’influenza invernale che aveva tenuto l’intero paese con il fiato sospeso: lei è tornata attiva come sempre, in giro per il mondo e per il Regno Unito, ma neanche lei sarà per sempre. Il documento è davvero eccezionale e indica tutti i passaggi che avverranno dopo la sua scomparsa, con procedure studiate nel dettaglio e provate dai diversi attori in gioco più e più volte, per essere pronti nel momento solenne. London Bridge, il ponte di Londra, chiamerà in causa la famiglia reale, il governo inglese, capi di Stato e del Commonwealth, ma anche la BBC e tutte le radio nazionali.
Anche ai tempi di oggi, la monarchia inglese ha riti e procedure precise da rispettare in nome di un protocollo che, seppur meno rigido del passato, è comunque sinonimo di regalità e di tradizione. Quello che a noi può apparire strano e un po’ macabro è invece una parte molto importante dell’essere re e, in generale, per tutti i capi di Stato: ogni paese ha un suo protocollo in caso di morte della carica più importante per evitare il vuoto di potere. L’esempio più noto è quello relativo alla morte di John Fitzgerald Kennedy, con il giuramento del vice Lyndon Johnson a bordo dell’Air Force One accanto a Jackie Kennedy ancora con il vestito macchiato di sangue.
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Questo è ancora più importante per la monarchia inglese e per la casata dei Windsor che pianifica la morte e soprattutto la successione nei minimi dettagli e con la massima attenzione perché ci sia sempre un suo membro sul trono d’Inghilterra. “La successione fa parte del lavoro”, scrive il Guardian e la storia lo dimostra: la Regina Vittoria ha scritto il suo elogio funebre nel 1875 (morì nel 1901), il funerale della Regina Madre è stato provato per 22 anni e Louis Mountbatten, l’ultimo viceré dell’India, preparò due menu per il pranzo funebre, uno invernale e uno estivo.
London Bridge è il piano della Regina Elisabetta II, come per re Giorgio VI fu l’operazione Hyde Park Corner, e per la Regina Madre Elizabeth, poi usata per Lady Diana, fu “Tay Bridge”. Per Sua Maestà la scelta è caduta su London Bridge perché sarà quello il messaggio in codice che verrà usato per avvisare le autorità della sua morte: “London Bridge is down“, cioè il ponte di Londra è crollato. “Saranno 10 giorni di dolore e di spettacolo in cui, un po’ come lo specchio abbagliante della monarchia”, ha raccontato un addetto della Corte al Guardian.
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Il dossier prevede ogni singolo passaggio e varie opzioni, in base a dove avverrà il “triste evento”. Se dovesse succedere in Scozia, il feretro sarebbe portato in treno a Londra, mentre decine di migliaia di persone le renderanno omaggio lungo i binari, lanciando fiori sul vagone che trasporta la salma. Se invece fosse all’estero, ci sarebbe un aereo BAe 146 del 32° squadrone della Raf, noto come il Royal Flight, immediatamente in volo con già la bara in cabina. I becchini reali, Leverton & Sons, hanno sempre pronta per ogni emergenza una “first call coffin“, cioè una “bara da prima chiamata”: la sepoltura avverrà in una bara di rovere nella tenuta di Sandringham, nel Norfolk, lì dove sono sepolti anche Giorgio V e Giorgio VI.
A dare la notizia sarà Sir Chritopher Geidt, segretario privato di Elisabetta II, che contatterà il primo ministro (oggi Theresa May) a qualsiasi ora del giorno e della notte; il Foreign Office Global Response Centre, con sede segreta a Londra, chiamerà 15 governi dei paesi di cui la Regina è capo di Stato e gli altri 36 paesi del Commonwealth. Ci sarà una sola frase in codice, comunicata attraverso linee telefoniche sicure: “London Bridge is down”.
A quel punto partiranno le comunicazioni alla stampa. La prima sarà la BBC che dal 1930 ha il “Radio Alert Transmission System”, in codice RATS, che prevede nel dettaglio che cosa l’emittente pubblica dovrà fare e comunicare subito dopo il decesso della sovrana: la procedura viene provata almeno due volte l’anno. Tutte le trasmissioni saranno interrotte e riprenderanno con la frase “This is the BBC from London”, l’inizio standard per gli annunci di emergenza nazionale.
Appena partito il comunicato alle agenzie stampa di tutto il mondo, in contemporanea un cameriere vestito a lutto uscirà dalla porta di Buckingham Palace, attraverserà il cortile e metterà il segno di lutto sulla cancellata: nello stesso istante il sito ufficiale mostrerà solo la home page a lutto con un messaggio e partirà anche il tweet dell’account ufficiale.
Tutti i media inglesi sono pronti e hanno una loro procedura: le radio e tutti i dj sanno che, quando si metterà in funzione un pulsante blu, sarà il segno della morte della Regina e dovranno interrompere qualsiasi cosa, passare la linea alle news e mettere una selezione di canzoni “inoffensive”.
Lo stesso Guardian è già pronto con il classico coccodrillo, mentre il Times pare abbia già pronte le pagine per 11 giorni di copertura: Sky News e ITN, hanno provato la morte della Regina sostituendo il suo nome con quello di “Mrs Robinson”.
Dopo l’annuncio partirà il conteggio dei giorni, dieci in totale, con nome in codice: D quello della morte, D1, D2, D3 a seguire, con funerale previsto nel D9 nell’Abbazia di Westminster, con 2000 invitati tra reali, capi di stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Entro poche ore dall’annuncio ci sarà anche l’investitura di Carlo con il baciamano dei familiari e il primo discorso da sovrano alla nazione come Carlo III. Tutto è già pronto, manca solo lei, la Regina Elisabetta: vista la tempra, potremmo aspettare un bel po’.