Dure le parole della moglie di Rebellin, Francoise Antonini, intervenuta in una recente intervista sulla morte del marito.
Secondo la vedova di Rebellin ci sarebbe sempre stato un accanimento immotivato nei confronti dell’ex ciclista. La donna racconta che la mattina dell’incidente Davide si era recato in banca per chiedere un prestito: “Me l’hanno fatto a pezzi dentro, prima di ucciderlo”.
Un duro sfogo della vedova di Rebellin arrivato sulle colonne di Oggi. La donna, che ha recentemente rilasciato un’intervista per il noto settimanale, si è lasciata andare sulla morte del marito e anche su episodi del difficile passato dell’ex ciclista. Francoise Antonini racconta di una situazione complicata per Davide fin dal giorno in cui si erano conosciuti, citando cause, avvocati e tanti forse troppi problemi scaturiti da presunti accanimenti nei suoi confronti.
Davide Rebellin è morto lo scorso 30 novembre investito da un tir, mentre si stava allenando con la sua bici a poche settimane dal suo ritiro. Anche l’incidente nel quale ha perso la vita è stato materia di controversie, visto che il camionista dopo averlo investito non si era fermato a prestare soccorso, ma era bensì fuggito lasciano per terra il ciclista.
Rebellin era molto amato dagli appassionati di ciclismo, ha corso fino all’età di 51 anni, ed è rimasto nel cuore del pubblico, ma secondo la moglie – che sta vivendo settimane complicate dopo la perdita del marito – ci sono stati tanti che si sono accaniti contro di lui. “Tutto era ingiusto quando l’ho conosciuto” ha raccontato nell’intervista del marito, che pedalava anche per scappare via dalle ingiustizie.
Secondo la moglie dello scomparso Davide Rebellin, c’è stato accanimento nei confronti del marito anche durante la sua carriera. Il ciclista scomparso lo scorso novembre nel 2008 infatti aveva raggiunto il podio nelle Olimpiadi di Pechino. Medaglia, d’argento, che gli era stata revocata dice la moglie per motivi legati al doping; anche dopo che le accuse caddero nei suoi confronti però, quella medaglia non gli fu mai restituita.
Adesso, dopo la sua morte, Francoise Antonini si è sfogata togliendosi dei sassolini e ricordando il marito come un uomo che ha sempre lottato contro le ingiustizie.
Accanimento contro Rebellin, tra cause, avvocati, al quale il ciclista aveva sempre risposto col sorriso. “Me l’hanno fatto a pezzi, ma lui non si arrabbiava, non alzava mai la voce” racconta la vedova. Si teneva tutto dentro anche per proteggere la famiglia, ha ammesso la donna nell’intervista a Oggi, che poi parla di uno dei rari momenti di debolezza del marito: “Una sola volta lo vidi con le lacrime agli occhi, poi ha avuto la reazione di sempre, se ne è andato a pedalare”.
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