Prima David Bowie, poi Alan Rickman e infine Prince: in mezzo, tra gli altri, Ettore Scola, Umberto Eco e Gianroberto Casaleggio. Sono solo alcune delle celebrità morte nel 2016: in poco meno di quattro mesi sono venuti a mancare personaggi famosi con una tale frequenza che sembra quasi ci sia una maledizione nell’aria, come se il detto ‘anno bisesto anno funesto’ fosse realtà. È così o è solo una nostra sensazione? E se sta davvero succedendo, quali sono i motivi? Perché proprio nel 2016 sono morte così tante celebrità? A dare la risposta è stata la Bbc in un articolo firmato da Roland Hughes e Laura Gray, con la partecipazione di Nick Serpell, specializzato in necrologi per il gruppo mediatico britannico. Secondo Serpell è vero: quest’anno c’è stata un’impennata della mortalità tra vip. I motivi sono vari: vediamoli.
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Il primo dato che balza agli occhi è l’aumento delle morti tra le celebrità nei primi 3 mesi del 2016 rispetto agli anni passati. Basandosi sui loro necrologi (e quindi su morti noti soprattutto al pubblico inglese) si è passati dai 12 decessi del 2015 ai 24 dell’anno in corso, esattamente il doppio. Sarà successo solo in Gran Bretagna? Pare proprio di no. Anche solo confrontando le nostre due liste dei morti famosi del 2015 e quella del 2016, ci si accorge che lo scorso anno abbiamo avuto meno decessi di personalità famose, italiane e non: in tre mesi (gennaio-marzo) il 2015 aveva registrato 5 morti celebri contro i 17 segnalati nello stesso periodo di quest’anno. Cosa sta succedendo?
Secondo Nick Serpell, uno dei motivi è che i vip morti nel 2016 fanno parte della generazione del baby boom. Dal 1946 al 1964 il mondo ha conosciuto un’esplosione demografica mai registrata prima: i giovani di allora sono gli attuali 60enni/70enni, coloro che, secondo le statistiche, sono nella fascia d’età più a rischio decesso. Per rimanere in Gran Bretagna, gli over 65 rappresentano oggi il 18% della popolazione, con un aumento del 47% rispetto a 40 anni fa.
Scorrendo le età dei grandi che ci hanno lasciato quest’anno, la media è quella: Prince (57 anni), Alan Rickman (69), Joah Cruyff (64) e David Bowie (69) sono tutti rappresentanti della generazione del baby boom.
C’è da considerare anche il fatto che molti sono diventati famosi quando erano giovani, a partire dagli anni Sessanta, e oggi che hanno 70 anni, “hanno cominciato a morire“, spiega Serpell.
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C’è poi un altro fattore da considerare. “Ai tempi dei miei nonni, gli unici famosi erano gli attori del cinema perché non c’era la televisione“, ricorda sempre Serpell. Oggi invece il grado di celebrità è aumentato in maniera esponenziale. Non c’è solo il cinema: c’è la televisione e soprattutto internet e i social network. Con l’aumento dei mezzi di comunicazione di massa, è cresciuta la platea degli ascoltatori-fan e anche quella delle personalità famose: più visibilità uguale più vip.
Non solo. Il web ha rotto ogni confine geografico: attori e personaggi hanno trovato un pubblico mondiale grazie alle piattaforme video come Youtube, la notorietà di un personaggio è uscita dai confini nazionali e quello che prima poteva essere un decesso “locale”, oggi è globale. Serpell fa l’esempio di Chyna, la star del wrestling USA morta poco prima di Prince all’età di 46 anni: la notizia della sua scomparsa ha fatto registrare oltre 400mila tweet provenienti dai paesi più disparati, dalla Nigeria al Perù.
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A cambiare è stato anche il modo di fruire dell’opera degli artisti. Prendiamo Alan Rickman. L’attore è stato uno dei più noti in Gran Bretagna: vincitore di un Golden Globe e di un Emmy Award, grande interprete di teatro, da Shakespeare agli autori sperimentali, attore in molti film che hanno fatto epoca (magistrale il suo sceriffo di Nottingham in Robin Hood – Principe dei ladri), presente in 30 film e regista di spettacoli e cinema, al momento della morte in tutto il mondo è stato ricordato come l’interprete di Severus Piton. L’aver preso parte a un colossal come la saga di Harry Potter lo ha reso famoso in tutto il mondo e in tutto il mondo si è pianto per la sua scomparsa. Il mondo dello spettacolo è diverso da quello di 40 anni fa: gli eventi sono sempre più grandi e dal sapore internazionale, la tecnologia permette di valicare tutti i confini e anche le celebrità crescono a dismisura. Più personalità famose e più morti noti in tutto il mondo: ecco il succo del ragionamento di Serpell.
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Le argomentazioni della Bbc non fanno una piega e sono supportate da dati e statistiche. Eppure qualcosa non torna. Perché sono morti tutti nei primi mesi del 2016 e non negli ultimi mesi del 2015? Se scorriamo l’elenco dei morti famosi, notiamo che molti hanno un’età molto superiore alla media del baby boom: Ettore Scola e Umberto Eco sono mancati entrambi a 84 anni, a distanza di meno di un mese. Un caso? Sarà anche così, ma qualcosa di inspiegabile rimane.
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