A partire dal primo gennaio del 2022 sono 95 i casi di morte sul lavoro che sono avvenuti nel territorio italiano.
E’ questo un dato alquanto sconvolgente che vede quindi l’aumento di incidenti mortali sul lavoro soprattutto in quella fascia di lavoratori che va dai 25 ai 44 anni.
L’Inail ha raccolto numerose denunce di infortunio sul lavoro, una situazione che descrive la presenza di incidenti mortali in cui i protagonisti sono proprio quei lavoratori che tutte le mattine si alzano per guadagnare lo stipendio necessario per sostenere la propria famiglia.
Una denuncia che vede una diminuzione se facciamo il confronto con il mese di agosto del 2021. Quest’anno infatti si parla di 677,95 denunce in meno al confronto con i primi otto mesi dello scorso anno che ha visto 772 incidenti mortali registrati.
In poche parole ci troviamo di fronte ad una diminuzione del 12,3% durante i primi otto mesi dell’anno mentre, se prendiamo sotto esame quel periodo che va da gennaio ad aprile, la diminuzione è dello 29,4%.
Lo stesso non si può dire del mese di agosto, periodo in cui purtroppo i numeri sono aumentati notevolmente, portando la percentuale a salire del 14,7%.
Quindi, in quel periodo che va da gennaio ad agosto ci troviamo di fronte ad una diminuzione di 146 casi se facciamo il paragone con ciò che è accaduto nel 2020.
In tutta Italia, i dati ottenuti fino al 31 agosto, hanno sottolineato un aumento degli incidenti mortali proprio durante i primi otto mesi dell’anno.
E’ questo un qualcosa che è emerso mettendo a confronto le denunce di incidenti mortali fatte fino ad agosto del 2021 allo stesso periodo di quest’anno.
Una situazione in cui si può affermare che i casi mortali sono aumentati passando da 152 a 181. Sono questi dei dati che riguardano i lavoranti in itinere mentre per ciò che concerne i morti sul luogo di lavoro, è possibile affermare che questi sono diminuiti da 620 a 496.
Il calo in questione riguarda principalmente il settore industriale e agricolo. Prendendo sotto controllo l’analisi territoriale effettuata, è possibile affermare che ci troviamo di fronte ad un aumento di 9 casi nelle isole italiane e ad una diminuzione nel sud, nel nord-ovest e nel centro Italia.
La stessa cosa purtroppo non si può dire del Nord, luogo in cui si è registrato un notevole aumento. Basti pensare alla Toscana e alla Calabria, luogo in cui ci sono stati nove morti in più a regione mentre in Sicilia e in Valle d’Aosta gli incidenti mortali sul lavoro sono stati rispettivamente 6 e 4 in più.
Le diminuzioni più importanti sono quelle avvenute in Campania, Abruzzo e Puglia luoghi in cui gli incidenti mortali sul lavoro sono diminuiti di parecchio.
Le analisi effettuate durante i primi 8 mesi dell’anno sono inerenti sia ai lavoratori maschili che a quelli femminili. Nel primo caso ci troviamo di fronte ad una diminuzione passando da 694 incidenti a 608 mentre, nel secondo caso, si passa da 78 A 69 morti sul lavoro.
Sono diminuite anche di denunce degli stessi lavoratori del nostro stato mentre sono aumentate quelle da parte degli extracomunitari e dei comunitari.
Dall’analisi in questione inoltre si è scoperto che i casi mortali colpiscono soprattutto quella fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni.
Questo è una situazione che preoccupa molto Franco Bettoni, il presidente dell’INAIL il quale ha reso pubblici i dati scoperti analizzando l’andamento del mondo del lavoro durante il periodo di gennaio di primo agosto di quest’anno.
Egli ha affermato che purtroppo ancora oggi il bilancio infortunistico non dà nessun segno confortante in quanto il fenomeno in questione continua ad essere ancora una piaga molto preoccupante nel mondo del lavoro.
Egli spiega che durante i primi 8 mesi di quest’anno si è registrato un aumento del 38,7% di denunce di infortunio mentre c’è stata una diminuzione per denuncia di incidenti mortali.
Nonostante ciò, non si è arrivati al punto di tirare un sospiro di sollievo ed essere meno preoccupati per tutti quegli incidenti che avvengono tutti i giorni sul luogo di lavoro.
Una dichiarazione che continua come segue “Voglio soffermarmi anche sulla crescita delle malattie professionali (+7,9%), talvolta sottovalutata, ma che invece impone la medesima attenzione sul fronte della prevenzione, della sensibilizzazione ed informazione sui rischi che corrono lavoratrici e lavoratori.”
Bettoni continua affermando che in Italia manca un elemento fondamentale, ossia una buona “cultura della sicurezza che scongiuri le troppe tragedie di cui abbiamo notizia ogni giorno e che vediamo ripetersi spesso con le stesse dinamiche”.
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