L’uomo che ha accoltellato la moglie a Brindisi per poi darle fuoco, è morto dopo due giorni di ricovero. Anche lui voleva morire e ha tentato di darsi alle fiamme.
Aveva 32 anni, proprio come la moglie che ha tentato di uccidere per motivi che non sono stati chiariti.
Lunedì 29 maggio un uomo di 32 anni a Brindisi ha accoltellato la moglie e le ha poi cosparso il volto con dell’alcol prima di darle fuoco. Un’aggressione brutale arrivata al culmine di una lite che si è consumata a casa della coppia.
La donna si trova ricoverata in gravissime condizioni nella sezione grandi ustionati dell’ospedale Perrino di Brindisi, lo stesso in cui poi è stato ricoverato l’aggressore. Oggi, è morto dopo due giorni mentre la compagna, che ha riportato ustioni sul 25% del corpo, è ancora in condizioni disperate nel reparto di rianimazione.
Anche le sue condizioni non erano buone, infatti aveva tentato su di lui la stessa tecnica utilizzata per provare a uccidere la donna, provocandosi ustioni nell’80% del corpo. Le ferite sono state talmente gravi che non ce l’ha fatta ed è deceduto poco fa nonostante i tentativi dei medici.
Le forze dell’ordine stanno indagando per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e forse gli agenti speravano in una ripresa del responsabile in modo che potesse fornire la sua versione, però questa speranza è morta insieme a lui e ora dovranno proseguire le indagini in maniera diversa. Si indaga quindi sul passato della coppia e anche sui trascorsi dell’uomo, infatti non è un volto nuovo alle forze dell’ordine della zona e già i passato era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, scontando anche alcuni mesi di carcere.
Lui stesso, dopo quest’ultima violenza alla moglie si era presentato in ospedale per vederla ma questo gli era stato negato e la vigilanza non lo ha fatto entrare nella struttura. Questo ha probabilmente scatenato il raptus in cui si è dato fuoco.
Era lunedì pomeriggio quando il 32enne ha aggredito sua moglie dandole delle coltellate e poi cospargendola di alcol per darle fuoco. Le condizioni della donna sono state giudicate disperate fin dall’inizio e ancora lotta fra la lotta e la vita, nel medesimo reparto dove è deceduto il marito.
Quell’uomo che già più volte era stato segnalato perché molto violento, come mai allora ancora non era stato allontanato? Le indagini stanno cercando pian piano di fare luce sulla dinamica e ricostruire i momenti prima dell’evento. Sembra che i due stessero litigando nella loro casa a Galatone, in provincia di Lecce. Secondo i vicini di casa la coppia litigava spesso e anche molto animatamente.
Al culmine, l’uomo di origini marocchine ha preso un coltello e ha colpito la compagna per poi darsi alla fuga e rendersi irreperibile per due giorni. I carabinieri sono giunti sul posto insieme all’ambulanza, a seguito di una chiamata probabilmente di qualche residente di zona allarmato dai toni alti della discussione. Oppure da parte di qualche testimone oculare, infatti la discussione sarebbe proseguita anche in strada.
La donna, italiana, è stata soccorsa e portata in codice rosso al Perrino. Sul suo volto c’erano tre ferite da arma da taglio molto profonde e gravi ustioni.
I carabinieri stanno lavorando per ricostruire i fatti basandosi sulle parole di alcuni conoscenti della coppia che hanno affermato il rapporto tumultuoso fra i due, ma anche su ciò che ha detto la vittima ai soccorritori durante il trasporto in ospedale.
Nonostante le gravi ferite infatti era in grado di parlare e ha raccontato lai stesso che il 32enne le ha gettato dell’alcol sui capelli e sul volto, dandola poi alle fiamme. Un modus operandi che poi ripeterà anche due giorni dopo, presentandosi spontaneamente all’ingresso dell’ospedale.
Dopo l’evento infatti si era dato alla fuga e gli agenti lo hanno cercato dappertutto ma di lui non c’era traccia.
Ha manifestato ai vigilanti la volontà di vedere quella donna che ha ridotto in fin di vita ma non l’hanno fatto entrare. Era consapevole che presto sarebbero arrivati gli agenti per arrestarlo e così si è tolto la vita, non vedendo ormai via di scampo.
Ancora una volta siamo di fronte a una violenza di genere, addirittura in questo caso il compagno non solo ha sfigurato la donna ma ha anche infierito dandole fuoco. Cosa può aver scatenato questa reazione violenta ma soprattutto come possiamo fermare questo fenomeno dilagante?
L’uomo poi ha manifestato la volontà di vedere la compagna ricoverata, come mai? Rimorso o voglia di finire il lavoro? Sono domande su cui stanno lavorando gli inquirenti.
Nel mondo una donna su 3 è vittima di violenza, è un dato altissimo e preoccupante rivelato dai dati Istat, in particolare quelli italiani mostrano che il 31% delle donne ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
Le più gravi sono quelle esercitate dai partner o dagli ex, la maggior parte delle tragedie infatti avvengono in ambito passionale ma anche familiare, per opera di parenti. Bisogna fermare tutto questo e dare giustizia alle vittime ma anche studiare delle pene più severe per chi si macchia di questi crimini.
Il consiglio è anche quello di denunciare ogni episodio violento prima che la situazione degeneri ulteriormente, anche se in questo caso l’uomo aveva già un passato fatto di denunce di maltrattamenti, ma non è stato sufficiente.
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