E’ morto stamattina all’alba all’età di 98 anni Adriano Ossicini, politico di lungo corso della Prima Repubblica nato a Roma il 20 giugno 1920. Ossicini era psicologo, psichiatra e docente universitario. E’ stato ministro per la Famiglia e la solidarietà sociale nel governo guidato da Lamberto Dini. Nel 2007 il suo ultimo ingresso in parlamento con il Partito Democratico. Di Ossicini si ricordano la militanza antifascista e l’impegno attivo nel salvare decine di ebrei durante gli anni della guerra.
Ossicini era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina per le conseguenze di una caduta. Si tratta dello stesso ospedale in cui entrò come giovane volontario e dove si prodigò per accogliere e nascondere decine di ebrei al fine di salvarli dai rastrellamenti.
Ad Ossicini si deve anche l’invenzione di una malattia pericolossissima quanto inesistente, il fantomatico “Morbo di K”: uno stratagemma che gli permise di salvare diversi ricoverati dalle attenzioni dei nazisti che temendo il contagio si tennero a distanza.
L’impegno di Ossicini contro fascisti e nazisti, anche armato, è certificato da numerose testimonianze.
Adriano Ossicini fu infine arrestato e torturato, ma si salvò per intercessione del Vaticano.
Adriano Ossicini si impiegò fin da giovane nel cattolicesimo sociale, partecipò alla fondazione del Movimento dei cattolici comunisti e dopo la Liberazione ebbe un ruolo nei rapporti col Cln. Entrò alla Sapienza con una cattedra in Psicologia nel 1947 e collaborò alla creazione del primo centro di psicopedagogia italiano che ebbe sede a Roma. Il suo primo ingresso in Parlamento nel 1968 nelle liste del Pci. Fu rieletto per sei legislature.
Così lo ricorda Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi: “Con Adriano Ossicini scompare l’ultimo dei grandi maestri che hanno costruito la professione di psicologo in Italia. Ha promosso il primo corso di laurea in Psicologia alla Sapienza, dove ha insegnato per oltre trent’anni. Politico impegnato sempre nella tutela dei più deboli. Lo ricordiamo con grande affetto”.