Kirk Douglas, il leggendario attore e padre di Michael, è morto a Los Angeles il 5 febbraio 2020. Impegnato in ruoli di bravo cittadino, a volte in divisa, alle prese con qualcosa di più grande di lui, ma anche in personaggi più ambiziosi e ribelli. L’ultima apparizione in tv risale al 2008 e saltuariamente continuava a mantenere un rapporto con i fan tramite il suo blog personale.
La carriera dell’attore iniziò nel lontano 1946 con Lo strano amore di Marta Ivers mentre l’ultima apparizione cinematografica risale al 2004 nel film Illusion. Kirk Douglas, morto alla veneranda età di 103 anni, era l’attore più anziano ad aver ricevuto un Premio Oscar alla carriera.
Ha annunciato il suo trapasso il figlio Micheal con un messaggio su Facebook che esprime tutto il dolore che un figlio può provare per la morte del padre:
“È con enorme tristezza che io e i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciato oggi all’età di 103. anni. Al mondo era una leggenda, un attore dell’età d’oro il cui impegno per la giustizia e le cause in cui credeva ha stabilito uno standard a cui tutti noi aspirare. Ma per me e i miei fratelli Joel e Peter era semplicemente papà, per Caterina, un meraviglioso padre, per i suoi nipoti il loro amato nonno, e per sua moglie Anne, un marito meraviglioso. La vita di Kirk era ben vissuta, e lascia un’eredità nel cinema che continuerà per le generazioni future, e una storia come filantropo che ha lavorato per aiutare il pubblico e portare la pace sul pianeta.”
Noi, lo ricordiamo con 5 film indimenticabili della sua proficua carriera. Più uno.
Orizzonti di gloria (1957). Il capolavoro di Stanley Kubrick, uno dei pochi film che racconta la Grande Guerra, uno degli inni antimilitaristi più alti della storia del cinema. Kirk interpreta un idealista, il colonnello Dax, avvocato francese in tempo di pace, che assume la difesa di suoi tre uomini accusati ingiustamente in un processo farsa.
L’asso nella manica (1951). Un altro capolavoro, questa volta diretto da Billy Wilder, il re della commedia americana, qui in un insolito film drammatico. Douglas sr. è Charles “Chuck” Tatum, un giornalista senza scrupoli alle prese con lo scoop della sua carriera – un uomo intrappolato in una miniera – che pagherà cara la sua ambizione.
Le catene della colpa (1947). Dal regista de Il bacio della pantera uno dei migliori noir americani, memorabile per la trama intricatissima e la fotografia di Nicholas Musuraca caratterizzata da un estremo chiaroscuro delle immagini. L’attore Kirk Douglas è il gangster Nick Sterling, uno dei burattinai della vicenda che finirà per esserne vittima.
Sette giorni a maggio (1964). Un altro film in divisa per l’indimenticabile Kirk, stavolta diretto da John Frankenheimer, girato ed ambientato in piena guerra fredda, subito dopo la morte di Kennedy. Un plot fantapolitico in cui il nostro eroe è il colonnello Martin “Jiggs” Casey impegnato a sventare un pericoloso colpo di stato.
Spartacus (1960). Pellicola celeberrima tratta dal romanzo di omonimo di Howard Fast e fortemente voluta da Douglas, qui in veste di protagonista e produttore, che cacciò il regista Anthony Mann e chiamò proprio Stanley Kubrick che già lo aveva diretto e che non amò mai particolarmente il film. La storia è quella arcinota del gladiatore trace Spartaco che sifdò la Repubblica Romana nel I secolo A.C.
BONUS TRACK: Holocaust 2000 (1977). Chiudiamo con un guilty pleasure per ricordare l’attore scomparso che allora aveva ormai sessant’anni e non sarebbe più comparso in film di grande spessore pur in una carriera ancora lungi dal finire. Sono gli anni dell’exploitation, al cinema sono già arrivati L’esorcista e Il presagio e lo stesso anno vedrà protagonisti gli effetti speciali di Guerre stellari. Alberto De Martino, che ha già all’attivo L’anticristo, cerca di coniugare l’horror demoniaco al “disaster movie”. Una coproduzione italo-inglese per un film rozzo, ma efficace con un cast stellare che annovera anche Agostina Belli, Anthony Quayle, Ivo Garrani, Adolfo Celi e Romolo Valli.
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