Bernardo Caprotti è morto a 90 anni. Il prossimo 7 ottobre ne avrebbe compiuti 91. Il patron di Esselunga nacque in una famiglia di industriali tessili. La sua avventura imprenditoriale nel mondo della grande distribuzione iniziò nel 1957, quando insieme ai suoi fratelli entrò nella Supermarkets Italiani SpA fondata dalla International Basic Economy Corporation di Nelson Rockefeller. In quegli anni gli italiani iniziavano a conoscere i supermercati, oltre alle botteghe sotto casa. Capriotti, che aveva studiato in Texas, adottò in Italia il modello americano fatto di offerte, tessere, raccolte punti e casse automatiche volte a fidelizzare il cliente.
In anni recenti pubblicò il libro intitolato “Falce e carrello” in polemica contro le amministrazioni di sinistra che, a suo dire, ostacolano gli imprenditori non asserviti al potere politico in favore delle cooperative rosse.
Ad annunciare la morte dell’imprenditore è stata la moglie Giuliana. Per volontà di Caprotti stesso i funerali avverranno in forma privata e non sarà pubblicato alcun necrologio.
E il sindaco di Milano Beppe Sala, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse ipotizzabile l’assegnazione di un Ambrogino d’oro alla memoria di Bernardo Caprotti, ha risposto: “Adesso ci ragioniamo. Proprio perché è una materia che voglio lasciare totalmente al Consiglio comunale, ne parleremo col Consiglio“.
LA STORIA DI ESSELUNGA
La storia di Esselunga inizia nel 1957 con l’inaugurazione a Milano del primo supermercato in Italia, in viale Regina Giovanna, in un’ex officina in una zona semicentrale della città. A quei tempi il negozio viene conosciuto con il nome di Supermarkets Italiani S.p.a., ad opera della società americana IBEC di Nelson Rockefeller. Lo sviluppo milanese è molto rapido, tanto da portare all’apertura di diversi punti vendita in città. Negli anni successivi nascono altri punti vendita in tutta Italia e nel 1964 apre il grande magazzino centralizzato di Limito di Pioltello.
LO SCONTRO CON I FIGLI
Lo scorso febbraio Caprotti aveva vinto una importante battaglia sulla proprietà di Esselunga. L’imprenditore, infatti, aveva incassato una sentenza favorevole della Corte di Cassazione, che pur avendo riconosciuto ammissibili tutti i punti del ricorso presentato dai figli Violetta e Giuseppe contro l’arbitrato indetto per riottenere alcune azioni del gruppo, aveva respinto la loro istanza. I figli di Caprotti, però, avevano intentato anche una causa civile contro il padre. A maggio la prima Corte d’Appello civile di Milano, aveva rigettato il ricorso presentato dai due figli.
I MESSAGGI DI CORDOGLIO
“Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Bernardo Caprotti. Una vita trascorsa in azienda, una grande passione per il suo lavoro e all’avanguardia nelle scelte imprenditoriali, in questi anni ha lasciato sicuramente un segno nel campo della distribuzione organizzata nel nostro Paese. Voglio in particolare ricordare la sua costante attenzione al mondo dei produttori agricoli e agroalimentari di ogni filiera. Con lui perdiamo purtroppo una delle figure più rappresentative dell’impresa italiana“. Così il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina.
“È morto Caprotti, fondatore di Esselunga, grande e coraggioso imprenditore. Ha denunciato, con il libro ‘Falce e carrello’, la prepotenza delle cooperative rosse, accusate di impedire la libera concorrenza. È stato fiero avversario di quelle coop di cui Buzzi di mafia capitale è stato storico esponente. Onore a Caprotti, esempio virtuoso di creazione di lavoro. Lui modello positivo. Buzzi vergogna mondiale“. Così in un post su Facebook il senatore di FI Maurizio Gasparri.
“Siamo commossi e costernati”, scrive l’azienda sui suoi canali social, seguita da innumerevoli messaggi di cordoglio da parte degli italiani.
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