L’ex amministratore delegato e presidente Fiat Cesare Romiti è morto all’età di 97 anni. Fu uno dei veri protagonisti del capitalismo italiano, prima in qualità di amministratore delegato e presidente della Fiat, braccio destro dell’Avvocato Agnelli, e successivamente al vertice di Rcs-Corriere della Sera.
Cesare Romiti è stato uno dei più manager italiani con più potere nel mondo dell’industria e della finanza italiana. Frequentò capitalisti e banchieri, sindacalisti e politici, salotti buoni e mondo dell’informazione, mantenendo sempre un punto di osservazione privilegiato nella e sulla storia economica e politica italiana. Lo si ricorda al fianco di Gianni Agnelli e al banchiere Enrico Cuccia.
Nato a Roma il 24 giugno 1923, dopo la laurea in Scienze Economiche e Commerciali, Cesare Romiti entra a far parte, nel 1947, del Gruppo Bombrini Parodi Delfino, di cui divenne Direttore Generale. Nel 1968, a seguito della fusione BPD-Snia Viscosa, assume l’incarico di Direttore Generale Finanziario di Snia Viscosa.
Nel 1970 Cesare Romiti fa il suo ingresso in Alitalia come direttore generale ed amministratore delegato e, successivamente, nel 1973, passa ad Italstat con lo stesso incarico. Nel 1974 entra in Fiat, divenendone in seguito a.d. e presidente. Arrivato nel momento della crisi energetica, si dedica innanzitutto all’opera di risanamento finanziario, prosegue sviluppando la dimensione internazionale dell’azienda e rafforzando gli insediamenti produttivi in Italia. Ha contribuito a realizzare diversi stabilimenti per la FIAT fra cui Belo Horizonte (Brasile) che è oggi il più grande impianto di automobili al mondo.
E’ nel luglio 1980 quando Umberto Agnelli lascia gli incarichi operativi in Fiat che Romiti, che ha la fiducia di Cuccia, diventa amministratore delegato unico del gruppo. E affronta il tema nodale dei costi annunciando il licenziamento di 14 mila dipendenti. Lo scontro con i sindacati è forte e Mirafiori è bloccata dai sindacati per oltre un mese. La Fiat riprende a fare utili, lancia nuovi prodotti, chiude nel 1982 lo stabilimento del Lingotto, aumenta gli investimenti, riduce i dipendenti. Nel 1987 è il secondo gruppo italiano dopo l’Iri. Un risultato che porta la firma di Cesare Romiti e di Vittorio Ghidella, il responsabile del settore auto. Poi arriva la guerra del Golfo e le vendite di auto diminuiscono, nel 1990 il marchio Fiat scende in Italia sotto il 40% Romiti nel 1998 da presidente lascia la Fiat dopo 24 anni ai vertici, con una buonuscita da 101,50 milioni lordi che lo impegnava a non rivelare segreti sugli affari del gruppo.
Dopo l’uscita dalla azienda degli Agnelli, Cesare Romiti è presidente di Rcs, dal 1998 al 2004, e della società di costruzioni Impregilo, dal 2005 al 2007, presidente della Accademia di Belle Arti di Roma fino al luglio 2013. Nel 2003 costituisce la Fondazione Italia-Cina, nella quale poi copre la carica di presidente onorario.
Cesare Romiti ha la medaglia di Cavaliere del lavoro nel 1978, il titolo di cittadino onorario della Cina, il titolo di professore onorario dell’Università Donghua di Shanghai e molti altri riconoscimenti.
Il 13 ottobre 2006 a Pechino la “Chinese People’s Association for Friendship with Foreign Countries” conferisce a Cesare Romiti la cittadinanza onoraria della Repubblica Popolare Cinese per il suo impegno nel rafforzamento dei rapporti bilaterali sino-italiani. Viene insignito dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine Nazionale della Legion d’Honneur francese. Il 7 ottobre 2010 è premiato dal primo ministro Wen Jiabao in occasione dell’Anno della cultura cinese in Italia.
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