La musica pop d’autore piange la morte di Enzo Carella, sopraffino cantautore romano rimasto sempre ai margini del successo se non per un unico grande exploit: il secondo posto al Festival di Sanremo 1979 con ‘Barbara’ (dietro ‘Amare’ di Mino Vergnaghi), un ironico brano ricco di doppi sensi a sfondo sessuale che fece sobbalzare sulla sedia gli ammuffiti funzionari Rai dell’epoca ma piacque invece molto alla giuria popolare, decisamente più al passo coi tempi. Carella si è spento a Roma all’età di 65 anni per un arresto cardiaco, dopo aver passato qualche mese in terapia intensiva.
Nato nella capitale l’8 gennaio 1952, Enzo Carella fu scoperto dal talent scout Alfonso Bettini e lanciato dal famoso produttore discografico Vincenzo Micocci. Nel 1976 pubblicò il suo primo 45 giri dal titolo ‘Fosse vero‘, scritto insieme all’allora semi-sconosciuto poeta e scrittore Pasquale Panella, che dopo qualche anno sarebbe diventato molto popolare come paroliere di Lucio Battisti nella fase più criptica della sua carriera.
Anzi, fu proprio ascoltando ‘Malamore‘, il singolo estratto dall’album d’esordio di Enzo Carella, ‘Vocazione’ del 1977, che Battisti rimase colpito dai testi di Panella, co-autore di tutte le canzoni del disco, e probabilmente fu in quel momento che iniziò a pensare a lui come sostituto dell’apparentemente insostituibile Mogol. Al grande Lucio non dispiaceva neanche lo stesso Carella, tanto che in un’intervista dell’epoca dichiarò che il cantautore romano era l’unico che gli piacesse a quel tempo in Italia.
La collaborazione Carella-Panella continuò fino al 1981 comprendendo la sanremese ‘Barbara‘ (e il relativo album ‘Barbara e altri Carella‘) e il terzo 33 giri ‘Sfinge‘, da cui fu estratto un singolo anonimo, dopodiché, per non meglio precisati motivi, Enzo Carella abbandonò per oltre dieci anni la scena discografica tornando a incidere soltanto nel 1992 con l’album ‘Carella de Carellis‘, scritto sempre con il fido Pasquale Panella così come i successivi ‘Se non cantassi sarei nessuno‘ (1995) e ‘Ahoh Ye Nànà‘ (2007).
‘A lanciarlo fu Vincenzo Micocci”, ha ricordato all’Ansa Michele Mondella, storico promoter musicale e amico personale di Enzo Carella. ‘Per la genialità dei suoni Enzo fu paragonato musicalmente a Battisti, grazie anche ai testi di Panella che già all’epoca erano erotici, esoterici e visionari. Gli piaceva sperimentare: inventò un modo di cantare assolutamente originale per quegli anni che colpì anche Renzo Arbore, che spesso proponeva i suoi brani ad Alto gradimento. Era tra i numeri uno della musica‘.
Peccato che gli mancò sempre il consenso popolare che avrebbe meritato, tranne quella volta che ammaliò il pubblico del Festival di Sanremo 1979 cantando il suo desiderio nei confronti di una misteriosa ‘Barbara’.
‘Barbara
rapinosa assalimi
Scioglilo per noi
quel tuo senso in più
Morbida
diavola che scivola
con un fuoco in più
notte accesa tu’.
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