L’attore e regista Giulio Questi è morto la scorsa notte. Aveva 90 anni. Lo scrittore bergamasco non ce l’ha fatta, spegnendosi durante il sonno. Non tantissimi i film usciti in sala a suo nome, ma si ricorderanno per essere stati censurati un po’ per i temi affrontati, un po’ per l’epoca. Pochi giorni fa, a ricordarlo era stato l’abbraccio virtuale dedicatogli durante il trentaduesimo Torino Film Festival. Dopo pochi giorni la tragica notizia della scomparsa. In molti lo descrivono ancora oggi come un uomo non avvezzo alle chiacchiere, perché amava parlare con le opere cinematografiche di cui era padre.
Su tutti, forse, i sette cortometraggi horror/fantasy che hanno caratterizzato la parte conclusiva della sua carriera: da Doctor Schizo e Mister Phrenic, passando per Lettura da Salamanca, ma anche Tatatango, Mysterium Noctis, Repressione in città, finendo con Vacanze con Alice e Visitors.
Verrà ricordato dai più per aver portato sul grande schermo il delicato tema della Resistenza Italiana. In particolare, è con i quindici racconti targati Einaudi che (lo scorso aprile) parlava della lotta armata e della partigianeria antifascista, nel libro Uomini e Comandanti.
Come ricorda il Fatto Quotidiano di oggi infatti, Questi lo farà anche nel film Se sei vivo spara del 1967, con la regia di Gianni Amelio; un film violento e forse per questo censurato, realizzato con ambientazioni nella periferia di Madrid sotto il regime di Franco. E’ stato aiutante di Rosi e Zurlini; ha interpretato il principe Mascalchi ne La Dolce Vita di Fellini.
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