[didascalia fornitore=”ansa”]Giuseppe Soffiantini[/didascalia]
È morto Giuseppe Soffiantini: aveva compiuto 83 anni lo scorso 6 marzo, da tempo soffriva di cuore, era ricoverato all’ospedale Poliambulanza di Brescia. L’imprenditore tessile bresciano fu vittima di sequestro nel lontano 1997: rimase nelle mani dei rapitori 237 giorni, dal 17 giugno, quando venne portato via dalla sua abitazione di Manerbio, fino al 9 febbraio 1998 quando venne liberato ad Inpruneta, in provincia di Firenze.
Il rapimento di Giuseppe Soffiantini
Il rapimento fu ordito da una banda composta da due rapinatori pregiudicati e capeggiata da Mario Moro, ex pastore nativo di Ovodda. Dopo essere stato strappato alla sua abitazione, l’imprenditore è rimasto rinchiuso in diversi covi tra le montagne della Calvana e le campagne fra Grosseto e Siena. Subito, la Procura bloccò i beni della famiglia. Il rapimento di Soffiantini viene ricordato per un episodio particolarmente drammatico: il 25 gennaio 1998, venne inviata negli studi del Tg 5, allora diretto da Enrico Mentana, la cartilagine del suo orecchio insieme a una lettera. Per il rilascio di Giuseppe Soffiantini fu pagato un riscatto di cinque miliardi di lire, inizialmente la richiesta fu di 20 miliardi di lire, poi ridotta. Successivamente emerse che il generale dei carabinieri Francesco Delfino, per accelerare la liberazione di Soffiantini, fece un’estorsione al figlio Gerardo, chiedendogli un miliardo delle vecchie lire. ‘Abbiamo pagato il riscatto, ora, rapitori, dimostrate di essere corretti: liberatelo’, recitava l’appello dei tre figli dell’imprenditore, Paolo, Gerardo e Carlo, rivolto ai rapitori, poche ore prima della liberazione del padre. Nel periodo in cui l’imprenditore bresciano rimase sotto sequestro, ci fu anche un conflitto a fuoco che costò la vita all’ispettore di polizia Samuele Donatoni.
L’arresto di Farina. Cubeddu ancora latitante
Dopo il pagamento del riscatto, Soffiantini fu liberato. Grazie alle indagini che seguirono, Giovanni Farina, membro della banda di sequestratori, venne catturato in Australia: in carcere è diventato persino famoso per aver pubblicato libri grazie all’aiuto proprio di Soffiantini. Attilio Cubeddu invece, è ancora oggi latitante.