E’ morto Günter Grass: lo scrittore tedesco vincitore del Nobel per la Letteratura nel 1999 si è spento a Lubecca all’età di 87 anni. Ad annunciarlo, con un tweet, la sua Casa Editrice Steidl. Scrittore e drammaturgo tra i più significativi della narrativa contemporanea, era nato a Danzica il 16 ottobre del 1927, ed esordì, a metà degli anni Cinquanta, con la raccolta di liriche Die Vorzüge der Windhühner. Il successo però arrivò nel 1959 quando, con Il tamburo di latta, si fece conoscere anche al di là dei confini tedeschi.
Günter Grass, poeta, saggista e drammaturgo tedesco, si è spento in una clinica di Lubecca, dove era stato ricoverato a causa di un’infezione. Aveva 87 anni. Grass è stato l’autore di uno dei libri più conosciuti della letteratura tedesca contemporanea, Il tamburo di latta, pubblicato nel 1959, in cui ripercorre la storia della Germania nazista. La sua poetica, infatti, s’inserisce nel Geschichtsaufarbeitung, un movimento artistico diffuso tra Germania e Austria che illustra, da un punto di vista critico, il periodo nazista ed in particolare la tragedia dell’Olocausto.
Considerato dai più come il padre della letteratura tedesca postbellica, è stato definito ‘coscienza critica’ della democrazia nata a Bonn all’indomani della fine della guerra, tacendo, fino al 2006, di aver militato nelle Waffen-SS naziste non come coscritto, come si era creduto fin a quel momento, ma come volontario. La ‘confessione’, durante un’intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, suscitò non poche polemiche, dividendo la Germania tra chi voleva la restituzione del Nobel e chi invece difendeva lo scrittore sostenendo che il passato non dovesse in alcun modo pregiudicare il giudizio sulle sue opere.
Come dicevamo, Günter Grass raggiunse la notorietà nel 1959 con il romanzo Il tamburo di latta che narra la storia, ricca di simboli e metafore, del bimbo-nano Oskar Matzerath il quale, all’età di tre anni, decide di non crescere più per osservare dal basso tutte le nefandezze del mondo. Il romanzo, insieme a Gatto e topo, pubblicato nel ’61, e Anni da cani, del ’63, fa parte della Trilogia dedicata a Danzica, sua città natale, in cui, attraverso una galleria di personaggi turpi, violenti e sadici, l’autore compie il suo atto d’accusa nei confronti di una borghesia sempre più perversa ed aggressiva. Fin da allora, infatti, lo scrittore, da sempre politicamente molto impegnato, si è battuto con coraggio e grande convinzione per il dialogo tra Est e Ovest, tentando di avvicinare l’Europa libera e quella occupata dai sovietici che viveva al di là del Muro.
In molte delle sue opere – tra le quali ricordiamo Anestesia locale, Dal diario di una lumaca, Il richiamo dell’ululone – descrive le contraddizioni della Germania contemporanea, con uno stile unico e reinventando il tedesco letterario classico.
Con Günter Grass, dunque, se ne va uno scrittore che con le sue opere ha spazzato via le ipocrisie e i falsi pentimenti del dopoguerra, segnando la fine della ‘letteratura delle macerie’ e rappresentando, con l’animo inquieto che lo ha contraddistinto da sempre, i malesseri e la forza della Germania di oggi, punto centrale della storia contemporanea d’Europa.
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