È morto Jimmy il Fenomeno, al secolo Luigi Origene Soffrano, attore caratterista apparso in decine di pellicole negli anni ’60, ’70 e ’80, soprattutto film comici, commedie trash e qualche poliziesco. Pur avendo partecipato ad almeno 150 film, Jimmy il Fenomeno non ha mai ricoperto un ruolo da protagonista, limitandosi a prestare la sua inimitabile mimica, caratterizzata dallo sguardo strabico, dalla parlata incomprensibile e dalla sconclusionata ma contagiosa risata, solo per brevi quanto indimenticabili comparsate.
Luigi Origene Soffrano in arte Jimmy il Fenomeno è morto a 86 anni a Milano: dal 2003 viveva nella residenza per anziani ‘Casa per coniugi’ del capoluogo lombardo, soffrendo da tempo di gravi problemi di salute che avevano compromesso le sue capacità motorie, costringendolo alla sedia a rotelle. Era nato a Lucera, in provincia di Foggia, il 22 aprile 1932, poi si era trasferito a Roma per lavorare nel cinema e infine a Milano.
Di lui il celebre Totò aveva detto che ‘una faccia da fesso come quella di Jimmy il Fenomeno non l’aveva mai vista’, e in un certo senso era stata questa la fortuna dell’attore pugliese, visto che, quando in un film serviva qualcuno con un viso buffo e stralunato, chiamavano immancabilmente lui.
Quasi impossibile elencare tutti i film di Jimmy il Fenomeno: l’esordio nel 1958, in ‘Gambe d’oro’, proprio con il principe della risata Totò, poi mille altre apparizioni in pellicole anche di un certo rilievo, pur sempre nell’ambito della commedia, come ‘Il federale’ di Luciano Salce, ‘Il monaco di Monza’ di Sergio Corbucci, ‘Il medico della mutua’ di Luigi Zampa, ‘Vedo nudo’ di Dino Risi, ‘L’esorciccio’ di Ciccio Ingrassia, ‘Fantozzi’, ancora di Salce, ‘Squadra antitruffa’ di Bruno Corbucci, ‘Eccezzziunale… veramente’ di Carlo Vanzina, ‘Il bisbetico domato’ e ‘Il ragazzo di campagna’ di Castellano e Pipolo, ‘Acqua e sapone’ di Carlo Verdone e tanti, tanti altri ancora.
Narra la leggenda che nell’ambiente del cinema italiano Jimmy il Fenomeno fosse considerato una sorta di ‘portafortuna’ (se c’era lui nel cast la pellicola avrebbe avuto successo), ed è forse questo un altro motivo per cui è stato scritturato in così tanti film.
Negli anni ’80 aveva lavorato anche nel varietà di Canale 5 ‘Drive In’, facendo da spalla ad Ezio Greggio nell’irresistibile sketch del ‘Testa di quiz’. Qualche anno fa, ormai povero e malato, aveva chiesto il sovvenzionamento della Legge Bacchelli che spetta agli artisti caduti in disgrazia.
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