E’ morto Johnny Winter, il leggendario bluesman albino celebre sia per il virtuosismo nella chitarra che per i lunghi capelli bianchi. Il musicista è deceduto nelle prime ore del mattino di oggi in una clinica di Zurigo, in Svizzera, e la prima a darne notizia è stata Jenda Derringer, moglie del suo storico collaboratore Rick. Johnny Winter aveva 70 anni, essendo nato a Beaumont, in Texas, il 23 febbraio 1944.
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Winter debuttò giovanissimo, a soli 15 anni, con un disco per un’etichetta di Houston, ma l’esordio a livello internazionale avvenne nel 1968 con l’album omonimo in cui suonarono autentiche leggende del blues come Willie Dixon al contrabbasso e Little Walter all’armonica, oltre a Tommy Shannon al basso elettrico. Alle registrazioni del disco prese parte anche il fratello di Johnny Winter, il sassofonista Edgar, anch’egli affetto da albinismo.
Dopo la pubblicazione del successivo album Second Winter del ’69, Johnny entrò a far parte della Muddy Waters Band che nel bienno 1968-1970 aveva subito le gravi perdite di Little Walter e Otis Spann. Partecipò poi nel 1969 all’epocale festival di Woodstock, in cui suonò nove brani tra cui una versione favolosa di Johnny B. Goode di Chuck Berry.
Nella sua carriera discografica Johnny Winter in tutto ha pubblicato 18 album di inediti (l’ultimo Roots nel 2011) più otto live e moltissime raccolte.
Tra i riconoscimenti ottenuti ricordiamo che ha prodotto tre album dell’altra leggenda blues Muddy Waters che hanno poi vinto il Grammy Award, è entrato a far parte nel 1988 della Blues Foundation Hall of Fame e nel 2003 la rivista Rolling Stone l’ha posizionato al 63° posto della classifica dei migliori 100 chitarristi della storia.