Addio a Leone di Lernia, morto nella sua casa di Milano a 78 anni. Il cantante e conduttore radiofonico di origini pugliesi, ma ormai milanese d’adozione, era afflitto da un male incurabile, come ha specificato su Facebook suo figlio Davide. Ad annunciarne la scomparsa sono stati i colleghi de Lo Zoo di 105, la trasmissione a cui ha partecipato per anni e che ha contribuito a renderlo popolare in tutta Italia, con un triste messaggio pubblicato sui social: ‘Sembra uno scherzo, uno dei mille fatti dallo Zoo, ma con il cuore spezzato, dobbiamo annunciare che Leone ci ha lasciato questa mattina! Riposa in pace fratello’.
Nato a Trani il 18 aprile 1938, Leone di Lernia si trasferì a Milano nei primi anni ’60 per tentare la carriera nel mondo della musica. Trovò un certo successo nel ’75 con ‘Gaccia ad’avè‘, cover della celebre ‘I gotcha’ di Joe Tex, anticipando il cliché che l’avrebbe reso famoso soprattutto negli anni ’90: rivisitare hit straniere dance o pop-dance, sostituendone le parole con testi demenziali in italiano e in dialetto tranese.
Dopo il 45 giri ‘Gaccia ad’avè’ pubblicò numerosi album (qualche titolo? ‘Gaccia a te Marì’, ‘Sfregaceme’, ‘Ce cule ca tiene’, ecc.) e ideò anche un modo geniale per diventare un volto conosciuto al pubblico senza fare praticamente nulla, piazzandosi dietro l’inviato durante tutti i collegamenti dallo stadio di San Siro di 90° minuto e di altre trasmissioni sportive.
Come dicevamo, a partire dal 1990 riscosse un inaspettato boom discografico con le sue divertenti cover trash-demenziali in italo-tranese, racchiuse specialmente nei due album della serie ‘Barhouse‘ (fusione dei termini Bari e House, intesa come musica) e nei successivi Leone Super Dance, Disco Hauz, Salutm’ a Sord: ricordiamo tra le altre ‘Ra-ra-ri, ra-ra, pesce fritto e baccalà‘ (Gypsy Woman), ‘Paparule’ (Pump Up the Jam), ‘Si nu guaio’ (Sit and Wait), ‘Magnando’ (Bailando), ‘Chille che soffre‘ (Killing Me Softly), ‘Tu sei ignorante’ (Zombie), ‘Cumbà Giuàn’ (All That She Wants), ‘Bevi stu chinotto’ (Get It On) e l’epocale ‘Te sì mangiàte la banana‘ (The Rhythm of the Night), forse il suo successo più popolare.
Si calcola che dal ’90 fino a pochi mesi prima della sua morte, Leone di Lernia, tra inediti e raccolte, abbia pubblicato qualcosa come 39 album, all’incredibile media di quasi due dischi all’anno (in certi casi addirittura tre, come nel 2006)!
Contemporaneamente al successo musicale, Leone di Lernia diventò anche un personaggio radiofonico, collaborando prima al ‘Fausto Terenzi Show’ di Radio Montecarlo e poi, dal 1999, a ‘Lo Zoo di 105‘ su Radio 105, durante il quale per una decina d’anni dispensò ineguagliabili ‘perle di saggezza‘ tra battute fulminanti, parodie, tormentoni e scherzi fatti e (soprattutto) subiti. E non è un caso che la notizia di Leone di Lernia morto abbia sconvolto soprattutto i suoi compari dello Zoo Marco Mazzoli e Fabio Alisei. Nel 2006 Leone si tolse anche il lusso di partecipare a L’Isola dei Famosi, subentrando a Massimo Ceccherini.
Negli ultimi anni Leone di Lernia, incurante dell’età ormai avanzata, non aveva mai smesso di fare musica, radio e anche TV: l’abbiamo visto per esempio in trasmissioni come ‘105 non stop’, ‘Leone Auz’ e ‘Leone D’Ylenia’. L’ultimo suo album è ‘Parmigiano foggiano’ del 2016, parodia del disco di Zucchero.