E’ stato ritrovato senza vita il corpo di Luca Nesti, il carabiniere che indagò sul delitto di Erba. Secondo le prime indiscrezioni, si era allontanato da casa dopo una lite familiare avvenuta 7 giorni fa. Il cadavere è stato rinvenuto in un bosco, non molto distante dalla sua abitazione.
Il luogotenente 55 enne dei carabinieri della stazione di Costa Masnaga, in provincia di Lecco, si era allontanato mercoledì scorso dalla propria abitazione portando dietro la sua arma di ordinanza. A indagare sulle sue tracce vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Dopo quasi una settimana di ricerche è stato ritrovato morto Luca Nesti, il maresciallo di 55 anni, noto agli onori della cronaca per essere stato uno dei primi a indagare sulla strage di Erba nel 2006.
Secondo le prime indiscrezioni, il militare si era allontanato da casa volontariamente mercoledì scorso dopo una lite familiare, portando dietro l’arma di ordinanza. Dopo quasi una settimane di ricerche condotte dai vigli del fuoco e dalle forze dell’ordine è stato ritrovato il cadavere di Nesti nei pressi di un bosco, non molto distante dalla sua abitazione.
Non sono ancora chiare le cause del decesso del maresciallo.
Luca Nesti, era scomparso lo scorso 24 maggio alle ore 15 dopo una lite in famiglia. Da quel momento si sono perse le tracce. Dopo una settimana, oggi è stato ritrovato il suo corpo senza vita, nei pressi di un bosco non molto distante dalla sua abitazione.
Secondo le prime indiscrezioni, il carabiniere che faceva servizio presso la stazione di Erba, al momento della scomparsa aveva portato dietro l’arma di ordinanza. Sono ancora da chiarire le cause del decesso. Sarà aperta, infatti, una inchiesta per fare luce sull’intera vicenda.
Luca Nesti era conosciuto agli onori della cronaca, poiché è stato uno dei primi militari a occuparsi nel 2006 della strage di Erba, dove persero la vita 4 persone. Il maresciallo, all’epoca dei fatti, arrivò per primo nel luogo del delitto, conducendo in prima persona le perquisizioni che avrebbero permesso di arrestare Olindo Romano e Rosa Bazzi, considerati i responsabili della tragedia.
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