“Lo piangeranno tutte le persone buone nel Paese e nel mondo“. E’ così, con un tweet, che l’editore Daniel Divinsky annuncia la morte di Quino, fumettista argentino celebre per aver ‘dato vita’ al personaggio di Mafalda.
Quino, nome d’arte di Joaqui’n Salvador Lavado, aveva 88 anni ed è riconosciuto in tutto il mondo come uno degli umoristi grafici e dei fumettisti più famosi degli ultimi decenni.
Sicuramente, la sua opera più importante è Mafalda, striscia di fumetti che iniziò a essere pubblicata sulla rivista argentina Primera Plana nel 1964.
Mafalda ha 6 anni e odia la minestra. Si comporta come ogni bambina della sua età, ma in realtà è molto curiosa di tutto quello che la circonda e che riguarda anche la società. Infatti, si interessa dei problemi del mondo come, per esempio, la guerra in Vietnam, la fame nel mondo o il razzismo.
Quando chiede spiegazioni agli adulti, le sue domande sono sempre molto dirette, e a volte fanno perdere così tanto la pazienza che i ‘grandi’ devono prendere il ‘Nervocalm‘, un calmante.
Quando Quino, nel 1973, interruppe la pubblicazione del fumetto con Mafalda come protagonista, la disegno soltanto altre poche volte per temi legati al sociale e ai diritti.
Tra questi episodi, in Italia, è ricordato il momento del 23 ottobre 2009, quando Mafalda riapparve, dopo trentatré anni, in una vignetta su La Repubblica, come critica alle dichiarazioni dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Come ricorda Wikipedia, la “contestataria” riprese la frase “Non sono una donna a sua disposizione“, pronunciata da Rosy Bindi e slogan di una campagna in difesa dei diritti delle donne.
Appassionato di fumetti ed umorismo per tutta la sua carriera, in realtà Quino passerà per sempre alla storia come il padre di ‘Mafalda’, la sua ‘unica’ opera davvero famosa e riconosciuta.
Quino, alla fine della sua carriera, ha vissuto anche a Milano da dove ha continuato a realizzare le pagine di umorismo. Nel 1977 vince il Dattero d’Oro al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera e nel 1978 la Palma d’Oro. Negli anni seguenti ha vissuto tra Buenos Aires, Madrid e Parigi. Fino al 1999 ha pubblicato alcune vignette nel supplemento domenicale del quotidiano spagnolo El País.
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