L’ex presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna è morto oggi (10 novembre) a Roma, la città dove nacque nel 1939.
Gattegna, che avrebbe compiuto 80 anni il 30 novembre, è deceduto all’ospedale Israelitico a causa di un ictus, aveva contratto Covid-19 e le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. “Il suo ultimo respiro e sguardo sono stati quelli di sempre quelli di chi ha guidato le comunità ebraiche italiane con rettitudine, professionalità e infinita dedizione, con visione e determinazione per far conoscere l’immensità del nostro popolo e delle nostre tradizioni, per essere in ogni momento e luogo di esempio agli altri. Un esempio di come si è profondamente ebrei nella vita istituzionale, relazionale, professionale e familiare“, ha detto l’attuale presidente dell’Ucei Noemi Di Segni.
Avvocato civilista e voce del popolo ebraico fin da giovanissimo
Renzo Gattegna ha iniziato giovanissimo la sua battaglia in difesa dello Stato di Israele, ricoprendo gli incarichi di consigliere della Comunità ebraica di Roma e consigliere dell’Ucei. Avvocato civilista, è stato presidente dal 2006 al 2016 dell’Unione delle Comunità ebraiche, difendendo per tre mandati il principio di laicità dello Stato, l’eguaglianza delle minoranze e impegnandosi a combattere l’estremismo e l’ideologizzazione dei valori religiosi. Primo leader dell’ebraismo contemporaneo ad essere stato inserito tra le voci dell’enciclopedia Treccani, ha sempre lottato per favorire il dialogo, l’incontro, il confronto delle idee.
Sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio inviati per l’ex presidente dalla comunità ebraica. Il medico e rabbino, Riccardo Di Segni ha dichiarato: “Renzo Gattegna nel corso della sua vita è stato capace di affiancare una prestigiosa attività professionale di avvocato con un impegno costante nelle organizzazioni ebraiche, iniziato con i gruppi giovanili e proseguito con i consigli comunitari e dell’Unione delle comunità di cui è diventato presidente la sua attività si è caratterizzata per la dedizione costante e per uno stile pacato ma deciso e mai rinunciatario, cercando sempre di mettere d’accordo le diversità e costruire insieme, guidato da una forte fede nei valori e nelle istituzioni che amministrava e rappresentava“.
“Era un galantuomo”, ha dichiarato la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, aggiungendo poi: “Una guida sempre contraddistinta da un forte senso di appartenenza e grande generosità. Figura istituzionalmente riconosciuta, ha reso l’ebraismo italiano interlocutore per l’intera società civile. Se ne va un altro uomo di grande spessore, lasciando un vuoto in tutti noi. In questo momento difficile esprimo la mia vicinanza alla moglie e ai figli. Il ricordo di Renzo e i suoi insegnamenti rimarranno per sempre impressi nei nostri cuori“.
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