L’ex presidente israeliano Shimon Peres è morto all’età di 93 anni all’ospedale Shiva, alle porte di Tel Aviv, dove era ricoverato dallo scorso 13 settembre. Il funerale sarà venerdì e, secondo quanto riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, vi parteciperà anche il presidente americano Barack Obama. ”Con Shimon Peres, Israele perde un uomo di Stato iliustre, la pace di un ardente difensore e la Francia un amico fedele” scrive su Twitter il presidente francese Francois Hollande, mentre il premier Matteo Renzi twitta ”Shimon Peres, un grande del nostro tempo, un uomo di pace“, e a RTL spiega ”aveva visto la guerra e per questo costruiva la pace. Era un grande amico della pace. Lo ricordiamo tutti con affetto e gratitudine. Grande vicinanza popolo israeliano da parte degli amici italiani“.
Il suo vero nome era Shimon Perski. Peres nacque in Polonia nel 1923 poi immigrò con i genitori in Palestina da bambino, nel 1934, e nel 1947 si unì al movimento Haganah, organizzazione militare sionista sotto la direzione di David Ben Gurion, che diventò il suo mentore politico. La sua carriera nella vita pubblica cominciò presto, a soli 24 anni, quando dopo l’indipendenza dello Stato d’Israele a maggio del 1948 fu nominato a capo della Marina israeliana.
Da qui in poi diversi incarichi legati al ministero della Difesa, fino a diventare ministro della Difesa nel 1974 nell’esecutivo laburista guidato da Rabin. Nel 1977, dopo esserne stato vice segretario-generale, diventa leader del Partito laburista e, in quanto tale, viene sconfitto per due volte da Menachem Begin del Likud nella corsa a primo ministro (nel 1977 e nel 1981). A febbraio del 1992 perde la leadership del partito laburista, conquistata invece da Rabin. Ma quando alle elezioni generali di giugno i laburisti vincono e Rabin diventa premier, Peres viene chiamato a far parte del governo come ministro degli Esteri, quando appunto si impegnerà per negoziare con i palestinesi.
(Shimon Peres con Yassir Arafat)
Veterano della politica israeliana, Shimon Peres ha preso parte a quasi ogni evento storicamente rilevante avvenuto dalla fondazione dello Stato ebraico nel 1948 a oggi. Con 70 anni di carriera politica alle spalle, oltre a essere stato più volte titolare di diversi ministeri (Esteri, Difesa, Finanze, Trasporti), è stato due volte primo ministro (dal 1984 al 1986 e dal 1995 al 1996) e anche presidente di Israele dal 2007 al 2014.
Nonostante durante gran parte della sua carriera politica non abbia goduto di particolare successo fra la gente, a poco a poco gli israeliani hanno sviluppato nei suoi confronti un profondo affetto, che hanno ampiamente espresso nei circa sei anni in cui è stato presidente. Per questo il Paese ha affrontato il peggioramento delle sue condizioni di salute preparandosi alla perdita di un padre della patria.
(Shimon Peres con papa Francesco)
E’ Peres che ebbe il merito dell’avvicinamento fra israeliani e palestinesi culminato negli accordi di Oslo del 1993, con i quali ci fu il riconoscimento da parte di Israele dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) e viceversa. Proprio per avere dato impulso al processo di pace di Oslo quando era ministro degli Esteri, Peres è considerato uno dei politici israeliani di maggiore importanza a livello mondiale, il che gli valse nel 1994 il Nobel per la Pace insieme allo storico leader palestinese Yasser Arafat, e all’allora primo ministro israeliano Isaac Rabin (dopo che quest’ultimo fu assassinato nel 1995 da un ultranazionalista israeliano che si opponeva agli accordi, fu proprio Peres che prese il suo posto come premier). La sua figura è rimasta però fino alla fine controversa, amatissimo in Occidennte, è stato invece detestato da tanti palestinesi che lo accusavano di nascondere il vero volto duro e intransigente di Israele, con una mera retorica pacifista.
“Ricordo #ShimonPeres, grande leader israeliano, Nobel per accordi di Oslo, instancabile sostenitore della soluzione dei due Stati #Shalom“, scrive il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter dopo la morte dell’ex presidente israeliano.
Al quale fa eco l’Alta rappresentante per la Politica estera Ue Federica Mogherini: “Cuore spezzato per la morte di Shimon Peres. Uomo di pace, immensa fonte di ispirazione. L’unico modo per onorare la sua memoria è dirigersi verso la soluzione dei due Stati“.
Anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è intervenuto con un tweet per l’ultimo saluto a Peres: “Shimon Peres ha accompagnato la storia di Israele e del Medioriente. Ci mancherà per la sua capacità unica di coniugare visione e realtà“.
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