E’ deceduto dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva Rosario Curcio, trovato impiccato nella sua cella nel carcere di Opera del capoluogo lombardo lo scorso 28 giugno. Il 46 enne è uno dei killer della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo, uccisa il 24 novembre 2009 a Milano.
Il 46 enne era stato arrestato nel 2010 insieme all’ex fidanzato di Lea Garofalo, Carlo Cosco, e condannato all’ergastolo nel dicembre 2014 per aver ucciso e distrutto il cadavere della 35 enne.
Dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva Rosario Curcio è deceduto. Quest’ultimo lo scorso 28 giugno è stato ritrovato impiccato all’interno della sua cella nell’istituto penitenziario di Opera, a Milano. Il suo quadro clinico era già disperato quando è stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Paolo del capoluogo lombardo.
Curcio, originario di Camilletto, una frazione della città di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, nel 2014 è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso e distrutto il corpo della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo, deceduta a Milano il 24 novembre 2009.
Il 46 enne era stato condannato insieme al compagno della collaboratrice di giustizia, Carlo Cosco, il cognato della donna Vito Cosco, Massimo Sabbatino e Carmine Venturino.
Al momento la Procura sta svolgendo degli accertamenti circa il decesso di Rosario Curcio.
La collaboratrice di giustizia di 35 anni, Lea Garofalo, è deceduta a Milano il 24 novembre 2009. Dal 2002 era entrata in un programma di protezione insieme alla figlia Denise, in quanto aveva deciso di raccontare ai magistrati le attività di spaccio della famiglia Cosco, portando nel 2005 alla morte del fratello, Floriano Garofalo.
Nell’aprile 2009, uscita dal programma di protezione, in un primo momento si era rifugiata a Campobasso; dopo un primo agguato, nel novembre dello stesso anno, incontra l’ex compagno a Milano, Carlo Cosco, con la scusa di parlare della figlia Denise.
Lea Garofalo è stata uccisa all’interno di un appartamento insieme agli altri 4 condannati all’ergastolo; successivamente il corpo della donna è stato portato in un terreno del quartiere San Fruttuoso di Monza e bruciato per tre giorni fino alla completa distruzione.
In un primo momento si pensava che il corpo fosse stato sciolto nell’acido ma dopo la confessione di Carmine Venturino gli inquirenti hanno potuto ricostruire l’esatta dinamica del delitto.
Un anno dopo la morte di Lea Garofalo, sono stati arrestati i mandanti dell’omicidio della 35 enne. Il 30 marzo 2012 sono stati tutti condannati all’ergastolo; per Rosario Curcio, nel 2014, è stata confermata sia dalla Corte d’Assise d’Appello che dalla Cassazione.
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