E’ morto Tullio De Mauro, il noto linguista, nonché ex ministro dell’Istruzione si è spento a Roma all’età di 84 anni. A darne l’annuncio, con un tweet, il sito di Internazionale, la rivista diretta dal figlio Giovanni con la quale lo stesso De Mauro collaborava. Figura fondamentale della cultura italiana del Novecento, Tullio De Mauro era, oltre che un linguista tra i più autorevoli, socio dell’Accademia della Crusca e presidente in carica della Fondazione Bellonci, l’istituzione culturale che organizza il Premio Strega. Saggista, docente universitario e tra i massimi esperti della lingua italiana, è stato l’autore del Grande dizionario italiano dell’uso e della Storia linguistica dell’Italia unita.
Originario di Torre Annunziata, dove nacque il 31 marzo del ’32, Tullio De Mauro, morto nella sua casa romana all’età di 84 anni, era laureato in Lettere Classiche. Dopo un’intensa carriera universitaria – è stato docente, in diverse università italiane, di Glottologia, Filosofia del linguaggio e Linguistica generale – ha ricoperto alcuni degli incarichi più autorevoli nell’ambito della cultura istituzionale: oltre ad essere stato, sotto il governo Amato (tra il 2000 e il 2001) ministro dell’Istruzione, ha diretto, alla Sapienza di Roma, il Dipartimento di scienze del linguaggio e il Corso di laurea in filosofia. Tra gli anni Settanta e gli Ottanta è stato consigliere della Regione Lazio, membro del Consiglio di amministrazione dell’università di Roma e presidente dell’Istituzione Biblioteche e Centri culturali della città capitolina.
Il contributo di Tullio De Mauro allo studio della lingua italiana è stato enorme: oltre ad indagare la società da un punto di vista linguistico e culturale, si è dedicato alla semantica e, soprattutto negli ultimi tempi, alla sociologia. Proprio grazie alla sua approfondita ricerca, e all’apporto dato alla linguistica generale, ha ricevuto, durante la sua carriera, diversi riconoscimenti: nel 2001 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, mentre l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito, nel 2006, il premio della Presidenza della Repubblica. Molte le lauree honoris causa che gli sono state attribuite, tra le quali la nomina in doctor philosophiae et litterarum honoris causa dall’Università Cattolica di Lovanio nel ’99, quelle conferitegli dall’Università di Bucarest e dalla Sorbonne Nouvelle e l’Honorary Doctorate, attribuitogli nel 2008 dall’Università Waseda di Tokyo.
Occupandosi sempre di linguaggio e di scuola (argomenti cardine negli studi di De Mauro) ha collaborato per anni a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive della RAI e con molti dei quotidiani più famosi del Belpaese, da La Stampa a La Repubblica, da Il Sole24Ore a Il manifesto. Autore di opere fondamentali per lo studio della linguistica (ricordiamo, tra le più note, Parlare italiano. Antologia di letture per i bienni della scuola media superiore, Guida all’uso delle parole, La lingua batte dove il dente duole – con Andrea Camilleri – e Storia linguistica dell’Italia repubblicana. Dal 1946 ai nostri giorni) ha tradotto e commentato uno dei capisaldi della linguistica generale, Cours de linguistique générale, di Ferdinand de Saussure, il fondatore della linguistica moderna e padre del cosiddetto strutturalismo.
Tullio De Mauro ha curato, inoltre, le edizioni di diversi dizionari italiani: il DAIC. Dizionario avanzato dell’italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (2001).