Walter De Benedetto, suo malgrado, era salito agli onori delle cronache per aver coltivato cannabis terapeutica nella sua casa. E’ morto a 49 anni, affetto da una malattia degenerativa.
De Benedetto ha lottato per avere una vita dignitosa
Walter De Benedetto era una persona come tanti altre, come noi. La sua era una vita scandita dai ritmi normali della quotidianità, casa, famiglia, amici, lavoro. E non aveva nessuna intenzione di salire alla ribalta degli onori della cronaca.
Ma un certo punto nella sua vita, si è palesata una bruttissima malattia, dolorosa e invalidante. Stiamo parlando dell’artrite reumatoide. I dolori erano così forte che l’unico sistema che aveva trovato per lenire il suo dolore, era l’utilizzo, sotto prestazione medica, della cannabis terapeutica.
Questo tipo di rimedio, in alcuni Paesi è utilizzato come una vera e propria medicina, in quanto sembra che, lavorata da mani esperte, sotto la tutela dei vari ministeri della salute, i suoi effetti siano benefici.
In Italia ancora sono così pochi i soggetti che la utilizzano, che possiamo dire di essere ancora in fase sperimentale. Ma a Walter di Benedetto la cannabis che gli veniva somministrata dalla farmacia del suo ospedale, in qualche modo funzionava, in quanto leniva i suoi atroci dolori.
Ma, come detto, in Italia ancora non è assolutamente facile reperirla, e per averla bisogna ogni volta percorrere un iter burocratico lento, e naturalmente, per motivi legati alla legati alle legislazione vigente, non si può tenere più di un flacone alla volta.
Vinta una battaglia, non ancora la guerra
Quindi capitava che De Benedetto, come sicuramente anche ad altri, questo tipo di anti dolorifico, che viene somministrato in gocce, finiva prima che arrivasse il flacone successivo.
E quindi l’uomo ha pensato, visto che lo faceva per scopi terapeutici e non per spaccio o per fini non medici, di coltivarla nel giardino della sua casa. Ma nel 2019, una visita dei carabinieri nella sua abitazione scopre la serra, e le forze dell’ordine, devono denunciare la presenza di piantine di cannabis.
Da quel momento, aiutato anche da associazioni che si occupano di aiutare persone affette da malattie degenerative, e da altre che si battono per legalizzare le droghe leggere, almeno per scopi terapeutici, De Benedetto, suo malgrado dicevamo, è diventato un simbolo di chi lotta per la vita.
Dopo una inchiesta giudiziaria durata qualche mese, il pubblico ministero incaricato del suo caso, ha provveduto ad una richiesta di archiviazione, in quanto non sussistevano le ipotesi di un reato.
Il signor Walter, ha quindi vinto una battaglia prima di morire, creando un precedente che forse aiuterà tante persone come lui. Ma ancora c’è da vincere la guerra, e cioè ratificare con una legge questo tipo di situazione.