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A Mosca è stata arrestata una donna di 39 anni, di professione baby sitter, che si aggirava per le strade della capitale russa tenendo in mano la testa mozzata di una bambina, e urlando la frase “Allah akbar”. Il corpo privo di testa della bambina era stato ritrovato in precedenza dagli agenti della polizia in un appartamento poco distante in cui era stato appiccato un incendio. La killer di origine uzbeca davanti ai giudici ha confessato il delitto spiegando di averlo fatto su ”ordine di Allah”. La donna si è detta pentita, ma resterà in arresto cautelare fino al 29 aprile.
Da una prima ricostruzione dei fatti, la donna identificata in Gyulchehra Bobokulova, avrebbe dato fuoco all’appartamento dove era stata chiamata per prendersi cura della bambina trovata decapitata, i cui genitori erano fuori casa con l’altro figlio, fratello maggiore della vittima.
L’assassina è stata poi arrestata dalla polizia nei pressi della stazione della metropolitana Oktiabriskoie Pole di Mosca. Aveva ancora in mano la testa della piccola. Negli attimi concitati dell’arresto, la donna ha minacciato di farsi esplodere, ma non è chiaro se fosse veramente in possesso di esplosivo. Le autorità hanno dichiarato che l’assassinio non sarebbe di matrice terroristica, ma sarebbe stato commesso in seguito al “tradimento del marito” della 39enne Bobokulova, descritta – al momento dell’arresto – come in stato confusionale. L’indagine è aperta e gli inquirenti, che indagano per omicidio, pensano che la donna possa essere stata aiutata da qualcuno, e hanno anche disposto di sottoporre la donna a perizia psichiatrica, mentre secondo altre fonti di polizia, l’assassina avrebbe agito sotto effetto di droghe.