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Mostra di Picasso a Lecco, negli spazi del Palazzo delle Paure, fino al 13 luglio: i visitatori avranno la possibilità di ammirare i capolavori grafici del pittore spagnolo, a partire dal periodo blu fino al dopoguerra. Saranno cento le incisioni del genio catalano esposte: un modo per ricostruirne e ripercorrerne il percorso creativo a dir poco eccezionale e mettere in luce un’evoluzione stilistica difficilmente ripetibile.
La rassegna prende il titolo di Nel segno di Picasso, e si propone – tra l’altro – di celebrare il trentesimo anniversario dall’inizio dell’attività della Galleria Bellinzona, che tra le sedi di Como, Milano e Lecco ha favorito una notevole crescita dello spirito culturale lombardo fornendo un sostegno molto significativo alla diffusione dell’arte.
Il percorso espositivo in riva al Lario si apre con i Saltimbanchi realizzati tra il periodo blu e il periodo rosa: sono gli anni tra il 1904 e il 1906, e le opere racchiudono ed esemplificano in maniera eccellente l’immaginario figurativo dell’allora giovane pittore catalano.
Tra i capolavori di questa sezione, merita di essere citato Le repas frugal, acquaforte su zinco che viene unanimemente annoverata tra i vertici più apprezzabili dell’artista: vi vediamo una donna e un uomo seduti a tavola, circondati da un ambiente irrequieto, in una atmosfera grigia. L’opera, in sostanza, riflette alla perfezione il periodo disagiato che in quegli anni Picasso sta vivendo.
La rassegna continua, poi, con le incisioni di Sueno y mentira de Franco, Sogno e menzogna di Franco, contemporanee alla realizzazione di Guernica: come si può intuire, esse rispecchiano il tragico periodo della guerra civile che si combatte in Spagna, con le milizie di Francisco Franco contrapposte all’esercito repubblicano. Il dittatore è rappresentato come un mostro ripugnante.
Non manca, poi, uno spazio dedicato ai fogli realizzati per illustrare le poesie di Luis de Gongora e quelli creati per la Carmen di Prosper Merimee.
La mostra si conclude, infine, con la serie di 66 lastra de La Celestina: si tratta di incisioni all’acquaforte e all’acquatinta che comparvero solo nel 1971, anno in cui Picasso aveva raggiunto la soglia dei novant’anni, per illustrare il testo de La Celestina, cioè la Tragicomedia de Calisto y Melibea, capolavoro di Fernando de Rojas scritto alla fine del Quattrocento, ritenuto uno dei capisaldi della letteratura spagnola.