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Mostra Henri Rousseau a Venezia: la città lagunare ospiterà, dal 6 marzo al 5 luglio 2015, un’interessante esposizione dedicata al pittore detto ‘il Doganiere‘. Le sale dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale, infatti, accoglieranno un centinaio di opere – una quarantina del maestro francese, più sessanta opere di confronto – provenienti dalle più importanti istituzioni museali internazionali, per raccontare lo straordinario linguaggio pittorico dell’artista, messo a confronto con altri pittori suoi contemporanei. Il progetto, ideato da Gabriella Belli e Guy Cogeval, è frutto di un lungo lavoro iniziato più di tre anni fa che vuole mettere in luce quanto l’influenza di questo pittore, poco compreso dai critici dell’arte, sia stata fondamentale per lo sviluppo delle avanguardie storiche di tutto il mondo, da Picasso a Morandi, da Kandinsky a Frida Kahlo.
Con il titolo di Henri Rousseau. Il candore arcaico, Venezia si appresta ad accogliere, in una mostra allestita nelle sale di Palazzo Ducale, le opere di uno dei pittori la cui cifra stilista non ha eguali nell’arte tra il XIX ed il XX secolo. Famoso per i paesaggi onirici e surreali, per le giungle, le foreste e le nature morte, Henri Rousseau è stato per molto tempo snobbato dagli storici dell’arte che consideravano il suo linguaggio troppo ingenuo, piatto, poco attento alla correttezza del disegno.
Nato a Laval nella Loira nel 1844, Rousseau era un impiegato della dogana – da qui il soprannome – il cui sogno era quello di dipingere. Nei suoi quadri si sente l’eco dei racconti dei soldati conosciuti durante il periodo della leva militare, le cui fantasticherie si traducono nei paesaggi incantati e senza tempo, nelle atmosfere esotiche e nei personaggi mitici che il pittore amava dipingere. L’imperfezione e la semplicità dei suoi quadri, tanto criticate dagli storici quanto amate dai suoi contemporanei, hanno contribuito a definire la sua arte con il termine di naïveté, ingenuità, candore. Caratteristiche che, attraverso l’uso (sapiente) dei colori, delle sfumature e della composizione delle figure, hanno reso i suoi quadri dei veri e propri capolavori.
‘E’ la prima volta che in Italia si organizza una rassegna di tali dimensioni dedicata a questo straordinario pittore‘, ha spiegato Gabriella Belli, un artista ‘originale, eccentrico, vero outsider della pittura francese, anomalo, anche se è stato il primo a ripristinare l’uso del disegno dopo la rivoluzione impressionista‘.
Divisa in otto sezioni tematiche, la mostra in programma a Venezia consente di ammirare, e di comprendere poiché messo a confronto con altre opere, il ‘candore‘ che caratterizza lo stile di Henri Rousseu, quello stesso candore che, snobbato per troppo tempo, la mostra vuole mettere nella giusta luce critica e storiografica. E lo fa esponendo capolavori come Io: ritratto-paesaggio, definito dallo stesso artista come ‘il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte‘; Il cortile, acquistato personalmente da Kandinsky, La guerra o la cavalcata della Discordia, che Ardengo Soffici ha definito un ‘quadro ricco di ingenuità da bambino‘. E ancora, le nature morte ed i celebri ritratti maschili e femminili attraverso i quali ‘il doganiere’ raccontava la vita della piccola borghesia e della tranquilla periferia cittadina.
La mostra, infine, espone anche una sessantina di opere realizzate sia dagli artisti che subirono l’influenza di Rousseau nella sua breve, ma intensa stagione creativa – dal 1885 al 1910 – sia da quelli da cui arrivò l’ispirazione all’arcaismo, per un confronto coerente e, soprattutto, capace di sottolineare l’importanza che la produzione artistica di Rousseau ebbe nell’ambiente intellettuale della Parigi di inizio Novecento.