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‘Mostri a Venezia‘ è il titolo della mostra inaugurata a Milano a Villa Necchi Campiglio, aperta al pubblico fino al 28 di settembre, in cui Gianni Berengo Gardin racconta, attraverso 27 scatti in bianco e nero, la violenza (non solo visiva) delle grandi navi da crociera che attraversano ormai da anni il Canale della Giudecca. Una mostra-denuncia, come l’ha definita il grande fotografo ottantatreenne, per documentare l’enorme rischio a cui è sottoposta l’intera Laguna veneziana, dal 1987 Patrimonio mondiale dell’umanità.
Mentre continuano le polemiche sull’utilità dei famosi ‘inchini’ che i colossi da crociera compiono quando passano in prossimità della terraferma, la mostra di Berengo Gardin – realizzata grazie all’impegno del FAI, in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto – si preannuncia interessante e soprattutto di grande impatto: le foto esposte sono senza didascalia – ‘mi pare che il messaggio fosse già chiarissimo così‘ – e sono lì per far riflettere sull’invasione quotidiana subita da Venezia da parte delle mastodontiche navi che, transitando nel Canale, logorano le delicate fondamenta della città, inquinandone l’acqua e l’aria. ‘Il passaggio delle grandi navi passeggeri, ha commentato il fotografo, aggredisce un equilibrio ambientale già fragile, compiendo danni che non vediamo ma che sono potenzialmente gravissimi. Sono immagini fuori scala, forti, un po’ assurde, che sembrano artificiali, modificate con Photoshop. E invece sono pura e semplice realtà‘.
Un reportage di denuncia, duro e rigoroso, che è al contempo testimonianza del profondo amore che lega il grande fotografo alla città veneta, dove lo stesso ha trascorso gran parte della sua vita. Per realizzarlo ci sono voluti due anni di ‘appostamenti’, fatti alle prime luci dell’alba per immortalare l’entrata delle navi nel porto e documentare così quanto questi grattacieli del mare siano inadatti a solcare un ecosistema fragile come quello lagunare. Del resto la problematica delle navi da crociera che transitano troppo vicino al capoluogo veneto è stata una delle criticità esposte in una lettera che l’Unesco ha inviato nei mesi scorsi all’Italia che, sebbene non abbia ufficializzato una ‘messa in mora’, segnala tutta una serie di rischi a cui è sottoposta Venezia e l’intera Laguna, dal 1987 Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Delle trecento immagini scattate da Berengo Gardin durante i suoi lunghi appostamenti, ne sono state selezionate 27 che non sono né d’attualità né tantomeno artistiche, ma strettamente di testimonianza, fedeli alla pellicola e rigorosamente in bianco e nero: ‘non rifiuto il digitale per ideologia, ha più volte spiegato il fotografo, ma rispetto al digitale l’immagine su pellicola mi pare ancora di qualità nettamente superiore, più ricca e più plastica‘. E guardando gli scatti selezionati non si può non essere d’accordo.