Ad un anno dalla tragedia del Mottarone la famiglia materna di Eitan rivuole il piccolo con loro Israele. Il piccolo Eitan si trova ora in Italia, sotto le cure della zia paterna Aya Biran.
Gadi Solomon, il portavoce della famiglia materna di Eitan fa sapere che i familiari non hanno smesso di lottare per lui neanche per un minuto e che continueranno a farlo finché il piccolo non tornerà in Israele, luogo di sepoltura dei suoi genitori e del suo fratellino e sua casa.
I familiari di Eitan lo rivogliono in Israele
La famiglia Peleg, in Israele, non vuole rinunciare a far parte della vita del piccolo Eitan nonostante siano distanti e abbiano dei periodi limitati di tempo per poter parlare con lui.
I familiari lotteranno per poter riportare Eitan nel suo paese e non si daranno per vinti finché non lo riavranno con loro a casa.
Il bimbo dopo una lunghissima battaglia legale si trova per ora in Italia, insieme alla sorella del padre Aya Biran.
Alla corte di Milano le discussioni legali sono ancora in corso e la famiglia del piccolo spera che chi si occupa del caso abbia a cuore il futuro e il bene di Eitan e che venga corretta la terribile ingiustizia subita da lui e dal resto dei familiari.
Il nonno di Eitan, Shmuel, insieme ad un suo complice sono inseguiti in Israele da un mandato di arresto internazionale per il rapimento del piccolo Eitan avvenuto lo scorso anno. Il mandato è stato diffuso dalla magistratura di Pavia.
La tragedia del Mottarone
I familiari di Eitan ricordano quell’unico barlume di speranza che fu il piccolo i giorni dopo la tragedia, un piccolo combattente che è riuscito a riconquistare la sua vita in maniera miracolosa.
Ricordiamo che Eitan è l’unico sopravvissuto all’incidente che costò la vita a quattordici persone (tra donne, uomini e bambini), inclusi cinque suoi familiari, tra cui madre, padre e fratellino.
Al primo anniversario della tragedia, ieri 23 maggio 2022, è stato inaugurato un cippo commemorativo per le quattordici vittime dell’incidente.
Tra i presenti anche la zia di Eitan, Aya Biran, e gli altri parenti delle vittime.
La sindaca di Stresa, Marcella Severino, insieme ai parenti delle vittime chiede verità e giustizia: i cittadini si sono sentiti abbandonati, non gli sono state fatte neanche le condoglianze. Il tutto per una tragedia che si poteva quantomeno evitare.
Si spera che grazie alle indagini penali ancora in corso si riesca ad arrivare alla verità e che la vicenda si concluda nel miglior modo possibile per tutti.
Per quanto, la verità non potrà riportare indietro quelle vite spezzate dal crollo della cabina numero tre.