Non c’è pace, ancora, per quella che è la nostra compagnia di bandiera. Ita Airways, nata dalle ceneri di Alitalia e quindi sotto il controllo del ministero dell’Economia e delle Finanze, e che deve essere venduta non ha ancora trovato un compratore, sia perché al 31 ottobre si è deciso di porre fine alle trattative con il fondo statunitense Certares, sia perché oggi MSC ha annunciato che non è più interessata all’acquisto.
Secondo alcune fonti governative, che hanno parlato con il Corriere della sera, però, c’è la possibilità che, nonostante l’uscita di scena del gruppo svizzero, la compagnia aerea tedesca Lufthansa si faccia avanti per una nuova proposta per l’acquisizione di Ita.
Non è nata sotto il migliore degli auspici, Ita Airways. La compagnia di bandiera dell’Italia, che ha sostituito a partire dal 15 ottobre del 2021 Alitalia, nonostante sia quasi passato un anno da quando è stata annunciata la volontà, da parte del governo, di una sua privatizzazione, non ha ancora trovato un acquirente.
Proprio oggi, infatti, l’unico gruppo che, al momento, aveva presentato un’offerta al ministero dell’Economia e delle Finanze, che ne detiene il 100% delle azioni, ha deciso di tirarsi indietro. MSC, gruppo svizzero guidato dall’italiano Gianluigi Aponte, che si occupa di navi portacontainer nel mondo e che possiede anche la MSC Crociere e la società Grandi Navi Veloci e Snav, ha scritto in una nota di “aver già informato le autorità competenti di non essere più interessata a partecipare alla privatizzazione di Ita Airways, non ravvisandone le condizione nell’attuale procedura“.
In realtà, però, il gruppo delle navi, non aveva presentato la proposta da solo, ma assieme al Lufthansa, una compagnia aerea tedesca che avrebbe dovuto prendere il 60% delle azioni, contro il 20% che sarebbe andato a MSC e il restante 20% che sarebbe rimasto nelle mani dell’esecutivo.
Le due compagnie, che avevano presentato un’offerta congiunta di 850 milioni di euro, era stata scartata il 31 agosto dal governo di Mario Draghi che, invece, aveva preferito quella avanzata dal fondo statunitense Certares, che si doveva avvalere della partnership commerciale di Delta Air Lines e Air France-KLM.
Dopo il passaggio di consegne con Giorgia Meloni, però, le carte in tavole erano nuovamente cambiate, perché il 31 ottobre si è concluso senza un accordo il negoziato per la vendita della compagnia di bandiera. Tra l’altro, era stata la stessa presidentessa del Consiglio nonché leader di Fratelli d’Italia, assieme ai suoi alleati, a chiedere che non fosse l’esecutivo dell’ex presidente della Banca centrale europea a concludere gli accordi.
Tra i non favorevoli affinché fossero gli statunitensi a comprare Ita c’era soprattutto Giancarlo Giorgetti, ora ministro dell’Economia, ma all’epoca del governo Draghi ministro dello Sviluppo economico. Secondo lui mancava un partner industriale, ovvero “una delle parti fondamentali della strategia, un futuro per la compagnia italiana e per i suoi lavoratori“, aveva detto. Air France-KLM e Delta Air Lines, infatti, si erano proposte solo come partner commerciali, senza nessun impegno a investire economicamente nella compagnia aerea.
L’idea di Meloni, invece, era quella di tenere per l’Italia e quindi per l’esecutivo almeno una parte di Ita, che in realtà si sarebbe sposata meglio con l’offerta di Certares piuttosto che quella di MSC e Lufthansa. Le due strategie, in pratica, andavano nel segno, ma a prevalere è stata la linea del ministro della Lega, grazie a cui è riemersa la proposta più vantaggiosa dal punto di vista economico.
Perché, ora, dal gruppo svizzero abbiano deciso di rinunciare non si sa. Fonti governative, però, hanno riferito al Corriere della Sera, che la compagnia tedesca sarebbe comunque intenzionata a rimanere in gioco anche senza un partner. Ma chissà, le cose potrebbero nuovamente cambiare del tutto. Quello che è sicuro è che, ancora, per un po’ Ita rimarrà nazionale, esattamente come è sempre stato per la sua “mamma”, la cara e vecchia (e morta) Alitalia.
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