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Era il 1977, quando Muhammad Alì parlava della vita dopo la morte, allora aveva 35 anni. Il campione, ospite a uno show della tv inglese, rispose a una domanda di un ragazzino che gli chiese dei suoi progetti futuri e la risposta, letta a pochi giorni dalla morte della leggenda del pugilato fa un certo effetto: “Consacrerò la mia vita ad aiutare gli altri e quando morirò, se esiste un paradiso ci andrò”.
Il campione di boxe, aveva particolarmente a cuore il giudizio di Dio: “Non gliene frega niente di Joe Frazier. Non gliene frega niente di Inghilterra o di America, per quanto ne sappia io. Dio vuol sapere come trattiamo il nostro prossimo e quello che facciamo per aiutare gli altri. Perciò consacrerò la mia vita a mettere il mio nome e la mia fama al servizio delle associazioni di beneficenza, al servizio degli altri, per riportare la pace e l’unità tra i popoli. In questo mondo c’è bisogno di qualcuno che ci aiuti a ristabilire la pace. E quando morirò, se esiste un paradiso, voglio andarci”.
“Dio mi guarda” aveva detto Alì “se un gruppetto di ragazzi ha bisogno di sostegno”. Una risposta che è divenuta un lungo discorso e tra i tanti spunti di riflessione, Alì aveva invitato i giovani presenti nello studio tv a curare interiormente la propria persona:
“Moriremo tutti e anche se vivessimo fino a, diciamo, 125 anni, cosa assai improbabile, non ci restano che un’ottantina d’anni sulla terra. Questo è un test per capire come passeremo la nostra vita, in paradiso o all’inferno; quella sulla terra non è la nostra vera vita. La vostra reale essenza è dentro di voi, perché il corpo invecchia. Andate a guardarvi allo specchio, alcuni di voi non hanno più i denti, altri stanno perdendo i capelli, e vostri corpi si affaticano e si piegano. Ma il vostro spirito e la vostra anima non moriranno, perché sono immortali. Il vostro corpo è la casa materiale dell’anima e dello spirito”.
L’allora trentacinquenne Alì aveva dichiarato: “La vita è troppo breve, e quando mettiamo insieme tutti i viaggi, le ore di sonno, gli anni di scuola, gli svaghi, ecc. ecco che abbiamo passato metà della nostra vita a non fare niente. Adesso ho 35 anni, fra 30 anni ne avrò 65… Potrei prepararmi a incontrare il Creatore. Dedicarmi all’immobiliare, fondare un’azienda, fare l’allenatore di boxe, tutto questo non mi porterà alla vita eterna”.
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