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Multa per sosta con motore acceso: quando le leggi sono nemiche della gente

Multa pesante perché l’auto è in sosta a motore acceso con l’aria condizionata in funzione? Sì, purtroppo da noi accade anche questo. E’ una delle tante, troppe leggi di chiara impronta ideologica ambientalista. E’ stata voluta dal Governo di Romano Prodi nel 2007 e approvata dal Parlamento che in quel periodo ancora lo sosteneva. Si tratta della legge 160 del 2 ottobre 2007, che ha convertito il decreto legge del 3 agosto.

Composta da un articolo unico ed un allegato, contiene parecchie modifiche al Codice della strada. Fra queste, la creazione del comma 7-bis all’articolo 157, che regola arresto, sosta e fermata dei veicoli.
Esso diceva: “E’ fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta o la fermata del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso; dalla violazione consegue la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 200 a euro 400“. Col tempo la multa è stata aumentata e ora va da 216 a 432 euro. Nel 2010 la legge 120 ha almeno tolto le parole “o la fermata, è già qualcosa ma molto poco: avrebbero dovuto eliminare del tutto il comma.

La ciliegina sulla torta è un’altra postilla ancora più perversa. L’articolo 157 originale, al comma 8, fissava una multa da 41 a 168 euro per le violazioni ordinarie su sosta e fermata. Ma i fanatici che infestavano le aule parlamentari durante l’infausta legislatura 2006-2008 hanno modificato il comma 8 aggiungendo all’inizio: “Fatto salvo quanto disposto dal comma 7-bis“.
Tradotto in parole povere: se ti fermi in un punto pericoloso, dove puoi provocare un incidente anche grave, oppure apri la portiera all’improvviso rischiando di abbattere un ciclista o motociclista e fargli molto male, al massimo paghi 168 euro.
Ma se ti fermi, magari in un punto regolare e non pericoloso, e per qualche minuto tieni acceso motore e aria condizionata (ma anche riscaldamento d’inverno) per non morire soffocato dal caldo, ti possono multare anche per 432 euro.

Per fare un confronto, nella stessa legge del 2007 era stata fissata una multa da 527 a 2.108 euro per chi guida in stato di ebbrezza tra 0,5 e 0,8 grammi per litro. Quindi gli stessi politici hanno quasi messo sullo stesso piano di gravità lasciare il motore acceso e guidare ubriachi.

E’ l’ennesima conferma di quanto la propaganda ambientalista sia pericolosa. Si vogliono veramente diminuire le emissioni inquinanti? Perché non si agisce per rendere il traffico scorrevole, attraverso reti efficienti di trasporto pubblico, interventi razionali sulla viabilità e pianificazione logica dell’edilizia, invece di fare costruire dappertutto per arraffare denaro togliendo lo spazio necessario alla circolazione? No, tutto questo costa tanto ed è anche difficile. Meglio aggredire gli automobilisti, ovvio.

Per fortuna non sono molte le multe fatte per quella violazione. Ma ogni tanto accade. Come nel 2015, ad un giovane di Cavallasca (Como). Una sosta breve, o quanto meno prevista breve, per poter utilizzare il proprio smartphone e telefonare ad amici per raggiungere la destinazione in cui lo stavano aspettando. Gli agenti lo affiancano, gli chiedono i documenti e comunicano la stesura del verbale per l’infrazione commessa davanti allo stupore del ragazzo. Sfido chiunque a non rimanere a bocca aperta. La contestazione degli agenti, quella di aver effettuato una sosta con motore acceso e impianto di aria condizionata in funzione.

Per il giovane un verbale da 218 euro. Un salasso. La reazione del giovane automobilista non è mancata con tanto di lettera scritta di proprio pugno agli amministratori del comune e al Prefetto: “Ero in sosta regolare da meno di un minuto in un periodo di caldo anomalo, in una zona isolata che non conoscevo. Per la mia incolumità non avevo abbassato i finestrini e spento il motore. Si tratta di un’area frequentata da prostitute e quindi dai “clienti”, da ragazzi con motorini truccati e macchine che sgommano a folle velocità”. Prosegue il ragazzo: “Tutto questo accade sotto gli occhi dei tre agenti ma il problema della serata sembra essere l’aria condizionata della mia auto”.

Forte con i deboli e debole con i forti: il marchio di fabbrica di un apparato pubblico che pensa solo a mantenere se stesso.

Roberto Speranza

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