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Multe ausiliari traffico: possono farle solo sulle strisce blu

Dalla magistratura arriva un bel freno contro l’avidità di quei comuni alla ricerca di soldi facili dalle multe. Nello specifico si tratta degli ausiliari della sosta e del tentativo di estenderne le competenze in modo esagerato, per aumentare gli incassi municipali.
Il 16 febbraio è stata pubblicata una sentenza della Cassazione, la numero 2973 del 15 gennaio 2016. Si tratta di un ricorso contro una multa per divieto di sosta sanzionata a Torino nel 2009 da un ispettore della società comunale di trasporto pubblico GTT. Si trattava di sosta su un marciapiede. L’automobilista aveva presentato un ricorso, sostenendo che l’ispettore non era legittimato ad emettere il verbale. Il Giudice di pace aveva respinto il ricorso. Stessa decisione nell’appello, questa volta da parte del Tribunale. Ma nel successivo ricorso in Cassazione, i giudici della suprema Corte hanno invece accolto la tesi dell’automobilista, annullando quindi la multa.

Spieghiamo perché. La legge 127 del 1997 assegna ai comuni la facoltà di attribuire, tramite apposite delibere nominative, il potere sanzionatorio riguardo la circolazione stradale anche ad altri dipendenti comunali o di aziende titolari di servizi comunali; però tale potere è limitato alla natura del servizio specifico. Non può andare oltre. Lo dice il Codice della strada, all’articolo 12. Se una delibera comunale estende questi poteri, va contro la legge. Quindi è nulla, così come le eventuali multe.

In passato c’è stata una certa confusione in merito, e anche alcune sentenze contrastanti non hanno aiutato a chiarire la questione.
Ma oggi la Cassazione ha ribadito un principio chiaro. Solo gli agenti di polizia hanno il potere di comminare multe per qualsiasi violazione. Nel dettaglio: gli ausiliari della sosta possono intervenire solo in caso di violazione delle regole per il parcheggio a pagamento, cioè le strisce blu. Gli ispettori delle aziende di trasporto comunale possono intervenire solo per violazioni delle corsie riservate ai mezzi pubblici.

Il punto non è che quell’automobilista poteva parcheggiare sul marciapiede. Non può, ovviamente. Ma per fargli la multa ci vuole un vigile. I comuni devono smetterla di fare i furbi. Che assumano e addestrino agenti in numero sufficiente. E che li impieghino sulle strade. La smettano di sprecare fondi in spese inutili e, una volta per tutte, si mettano in testa che i proventi delle multe vanno usati solo per migliorare le condizioni della circolazione stradale, dalla sicurezza delle persone alla fluidità del traffico. Non per ripianare buchi di bilancio causati da gestioni incapaci.

Roberto Speranza

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