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Multe autovelox: quando le province sono nemiche dei cittadini

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul perché le province andrebbero veramente eliminate (perché esistono ancora, nonostante vogliano farci credere il contrario), basterebbe leggere questa notizia di ordinaria persecuzione burocratica a mezzo autovelox.

Dopo “soli” 8 anni di battaglie giudiziarie, un cittadino ha potuto finalmente liberarsi dalle grinfie di un procedimento per una multa inflittagli ingiustamente. Che la multa fosse ingiusta è dire poco. Lui non c’entrava proprio nulla. Nel 2008 la Polizia provinciale di Bologna ha emesso un verbale per eccesso di velocità, rilevato da un autovelox. La notifica è arrivata a colui che risultava proprietario dell’auto al momento della stesura del verbale.
Peccato che l’automobilista a cui sia arrivata la multa non fosse il proprietario della vettura nel momento in cui la violazione è avvenuta. Il 7 luglio ci fu il passaggio all’autovelox, il 30 luglio l’acquisto dell’auto.
Ma non è bastato presentare al comando la documentazione: il malcapitato è stato costretto a fare ricorso presso il giudice di pace. Già questo è scandaloso: un funzionario pubblico di uno Stato democratico ha il dovere di assistere il cittadino, non deve invece comportarsi come un padreterno del regno borbonico.
Quindi il vessato cittadino ha dovuto rivolgersi alla magistratura, siamo a settembre 2008. Dopo due mesi un’altra “bella” notizia. Sempre la polizia provinciale di Bologna gli notifica un’altra multa, perché non aveva comunicato le generalità del trasgressore. A questo punto comincia ad essere abbastanza palese quale fosse la funzione principale di questo organo, da quelle parti.
Arriviamo a marzo 2010. Si tiene l’udienza sul ricorso e il giudice di pace dà ragione al cittadino, non poteva essere altrimenti. Condanna inoltre la Provincia di Bologna a pagare le spese giudiziarie.
Finita qui? Assolutamente no. La Provincia decide di fare ricorso, perché è facile fare i gradassi con i soldi pubblici, cioè quelli degli altri.
Qui c’è un’altra parte assurda. Il Tribunale di Bologna ha dato ragione alla Provincia, sentenziando che era legittimo il verbale per mancata comunicazione delle generalità del trasgressore.
Fantastico. L’auto non era mia quando la violazione è stata commessa, e multate me due volte? Il cittadino fortunatamente non si è lasciato scoraggiare e ha presentato a sua volta un ricorso. Arriviamo alla Cassazione e al 24 febbraio 2016, otto anni.
Qui le cose sono state rimesse a posto. La Cassazione ha dato ragione all’automobilista, censurando il Tribunale per aver deciso che il proprietario fosse quello risultante al momento della notifica del verbale, invece di quello risultante al momento del fatto (l’eccesso di velocità). Verifica che si poteva agevolmente fare consultando il pubblico registro automobilistico.
Multe annullate e Provincia di Bologna, diventata poi Città metropolitana, condannata a pagare tutte le spese dei procedimenti.
Serve commentare?

Roberto Speranza

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