Nel bilancio degli enti locali mancherebbero all’appello circa 70 miliardi. Questa cifra rientra in quelli che vengono chiamati residui attivi, un vero buco aperto nella contabilità dello Stato, che apre scenari inquietanti, se pensiamo che ai Comuni sono attribuiti 33 miliardi di euro, alle Province ordinarie 7 miliardi e una cifra superiore a 29 miliardi per le Regioni e le Province autonome, anche se per esse è impossibile determinare il valore esatto. I conti pubblici devono tener conto di questi dati.
Ma di che cosa si tratta esattamente? Multe e tasse non pagate, trasferimenti dal Governo che non sono stati ancora versati, fondi dell’Unione Europea non utilizzati. Tutti costituiscono dei residui da incassare. Il problema è che con queste entrate irreali si finanziano anche le spese, che sono comunque vere.
La situazione dei Comuni
A Roma per il 2013 sono previsti 408 milioni di entrate per le multe, una cifra straordinaria, se si pensa che la capitale ha un arretrato di multe non riscosse che supera i 600 milioni di euro. Anche la Corte dei Conti, parlando con le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha affermato che una parte rilevante di tutte queste multe non verrà mai riscossa. A Napoli Luigi De Magistris si era ritrovato con un buco di 850 milioni, oltre al debito complessivo di 1,4 miliardi relativo alle 22 società partecipate dal Comune. A quanto pare, una volta che si è provveduto alla notifica, il Comune poi non si preoccupa più di fare altro, anche perché mancano i controlli e le strutture e si fa affidamento soltanto alla buona volontà dei cittadini. Negli ultimi anni soltanto il 30% delle multe non pagate è stato incassato dall’amministrazione napoletana.
La situazione delle Regioni
Sulle Regioni tutto diventa ancora più complicato, perché non esiste nemmeno una stima ritenuta attendibile della massa totale di residui attivi nei loro bilanci. Si ha a disposizione soltanto il calcolo di quanto le varie Regioni riescono a riscuotere ogni anno. Nel 2012 sono riuscite a riscuotere 29,8 miliardi. Si potrebbe dire che, in linea generale, il tasso di riscossione effettiva sia pari al 60%, ma si tratta soltanto di ipotesi, perché non si può contare su una vera trasparenza sulla questione.
La situazione delle Province
Per le Province, escluse quelle autonome, il conto ammonta a 7 miliardi. Anche in questo caso si finisce con l’incassare soltanto una più o meno bassa percentuale dei vecchi residui, che vengono messi a bilancio, e tutto il resto si ritrova nei bilanci degli anni successivi, con una percentuale, che al Sud arriva a sfiorare anche il 27%.