[didascalia fornitore=”altro”]Foto Pixabay[/didascalia]
Si è aperto il processo per la piccola Letizia Trudu, la bambina di 11 anni che nell’estate del 2015, è morta nel mare di Santa Margherita di Pula, a Cagliari, travolta dall’elica dello yacht dal quale si era tuffata insieme al papà e alla sorellina. Grazie a un testimone oculare è stato possibile ricostruire l’intera tragedia. ‘Una decina di bambini si erano tuffati dalla barca, a raggiera, e avevano iniziato a nuotare per raggiungere la spiaggia, poi ho visto l’imbarcazione muoversi verso una bimba, che è stata improvvisamente risucchiata. Il comandante poi si è subito tuffato in suo soccorso’, aveva raccontato Giuseppe Carta, che ora è stato chiamato nel tribunale di Cagliari a testimoniare.
Seduto dalla parte dei colpevoli c’è Andrea Trudu, il padre 48enne della piccola vittima, e Maurizio Loi, 59anni, suo amico, ex campione di windsurf e comandante dello yacht su cui si è consumata la tragedia. Secondo l’accusa sarebbe stato il padre a invitare Letizia a tuffarsi anche se l’imbarcazione aveva ancora i motori accesi. Il comandante invece, è accusato di non aver rispettato le normative di sicurezza della navigazione.
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Il pm di Cagliari Alessandro Pili, ha convocato in tribunale diversi testimoni, tra cui il medico legale Roberto Demontis che ha dichiarato che Letizia è stata letteralmente dilaniata dall’elica dello yacht. In aula è stata altresì fondamentale la testimonianza di un ragazzino che si tuffò dalla stessa imbarcazione: ‘Il comandante non ci diede l’ordine di tuffarci’. Un altro teste ha raccontato: ‘Ho visto vari bambini tuffarsi, poi le urla, la schiuma e una macchia scura che si allargava. La barca era molto vicina alla riva, ben oltre la boa che segnala i 200 metri e che serve per impedirne l’avvicinamento’.