Si è spento all’età di 83 anni il linguista e accademico italiano Luciano Agostiniani, nell’ospedale di Firenze dove era assistito.
Famoso studioso di lingua etrusca e di molte altre lingue storiche, diede il suo contributo per svelare l’antica Tabula Cortonensis.
Forse molti non conoscono il suo nome, specialmente le nuove generazioni, ma nell’ambito dello studio delle lingue antiche Luciano Agostiniani è stato un grande maestro.
Membro dell’Accademia della Crusca e dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, Agostiniani è stato professore di linguistica generale e filologia all’Università di Perugia.
Divenne professore emerito proprio di questo ateneo, i cui membri lo ricordano con molto affetto e hanno accolto la notizia della morte con tristezza.
Questa è stata diffusa dalla moglie Gabriella Capecchi, fedele compagna conosciuta negli anni Settanta e sposata nel 1977. Anche lei è stata docente universitaria ma di archeologia romana. Le esequie si terranno nella giornata di domani alle ore 10 nelle Cappelle Ofisa di Firenze.
Luciano Agostiniani si laureò nel 1972 in linguistica e glottologia seguito dal linguista Giacomo Devoto. Dopo la laurea divenne subito assistente di ricerca e dal 1987 al 2009 è stato professore all’Università di Perugia, dove nel 1993 è diventato direttore dell’Istituto di linguistica.
Agostiniani aveva molti interessi, come la lingua italiana, la dialettologia, la sociolinguistica e la semantica ma soprattutto un forte contributo lo ha dato nelle lingue storiche.
Grazie al suo impegno in questo campo, divenne uno dei maggiori esperti di lingua etrusca, infatti diede il suo contributo per tradurre la Tabula Cortonensis, ovvero un manufatto di bronzo del II secolo a.C. considerato fra le più lunghe iscrizioni etrusche.
Trovato a Cortona nel 1992, con le sue 40 righe di testo questo reperto archeologico è la terza epigrafe etrusca per lunghezza dopo la Mummia di Zagabria e la Tavola di Capua.
La tavola è divisa in 7 frammenti ed è diventata famosa sotto questo nome nel 1992 quando venne consegnata ai Carabinieri che riuscirono appunto a capire cosa ci fosse scritto nel reperto archeologico, grazie ad Agostiniani.
Il linguista l’ha esaminata a lungo e ha confermato che si tratta di un documento giuridico in cui vengono nominate diverse persone fra cui la famiglia Scevas e quella dei Cusu.
L’iscrizione è un contratto di compravendita di terreni, in particolare si parla di un umile uomo di nome Petru Scevas, che cedeva terreni collinari nei pressi del lago Trasimeno a una famiglia aristocratica, appunto i Cusu.
Ci sono poi nomi di testimoni e membri delle famiglie ma questo oggetto è importantissimo perché la sua traduzione ha portato alla scoperta di 30 nuovi termini lessicali etruschi fino a quel momento sconosciuti.
Grazie al contributo del linguista è stata possibile una traduzione accurata e ricca dettagli ma lo studioso di fama mondiale ha condotto una vita pienissima e ricca di altri successi, fra cui la pubblicazione di tantissimi libri.
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