Inaugurato nel 1993, il Museo della Radiologia si rinnova dotandosi di nuove e ancora più significative testimonianze dell’itinerario ultracentenario della diagnostica per immagini. Esposte al suo interno ci sono dispositivi e apparecchiature che hanno fatto la storia della diagnostica medica. Ma non solo, nelle sale del Museo della Radiologia c’è spazio anche per il progetto “Art from inside”, ovvero l’utilizzo della diagnostica nel restauro dei beni culturali. Il nuovo percorso museale è infine completato dal volume ‘Il museo della radiologia’ che Adelfio Elio Cardinale ha firmato con il direttore del Museo Massimo Midiri e Roberto Lagalla.
Unico in Italia, inaugurato al Policlinico universitario di Palermo, il Museo della Radiologia ospita una collezione di dispositivi che hanno fatto la storia della diagnostica per immagini.
C’è il seriografo con portatubo in legno risalente al 1920 che permetteva la ripresa successiva di una serie di radiogrammi su un’unica pellicola. C’è l’apparecchio per l’elettroterapia, un trasformatore di corrente realizzato nel 1932. E ancora il generatore di alta tensione da campo fabbricato nel 1940. Ma non solo. Nelle sale del museo c’è un’intera collezione scientifica composta da 327 tra strumenti e apparecchi, non soltanto inerenti la radiologia.
L’intuizione fu del prof. Adelfio Elio Cardinale, maestro di radiologia e oggi Presidente della società italiana di storia della medicina. “È una accurata ‘radiografia’ del passato tra immagini, narrazioni e reperti museali, tale da creare un armonioso Ensemble culturale che prepara il domani”, dice l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla.
“Il legame con il passato prepara e aiuta l’intelligenza storica, condizione di ogni avanzamento culturale e civile. In estrema sintesi il museo è un’istituzione che si incardina tra memoria e cultura”, dice Adelfio Elio Cardinale.
“L’archivio del futuro – diceva Vico – sta nei profondi mari della memoria e nelle sterminate antichità del passato. Sono presenti nel Museo opere e documenti di gregari i quali, come massa silenziosa e operante e come singoli, hanno lavorato per la disciplina radiologica – ha proseguito Cardinale – Molti sanno ed anche quelli che sapevano, molto hanno dimenticato. Molte cose furono vissute o, per lo meno, furono conservate solo nelle carte”.
Un’ampia sezione è dedicata ai pannelli che riguardano la storia dell’imaging. L’imaging “è una disciplina delle scienze della vita ben nota a medici e operatori che la ritengono essenziale per il loro lavoro, ma non è altrettanto conosciuta dal grande pubblico”, ha sottolineato nel corso dell’inaugurazione, Angelo Gaiani, responsabile Bracco Imaging Italia.
“La Fondazione Bracco – spiega Gaiani – nella sua mission ha diversi filoni principali: l’arte, la formazione dei giovani e la parità di genere. Quando abbiamo ricevuto dal professor Cardinale la richiesta di un supporto per contribuire alla rimodernizzazione del museo, l’abbiamo accolta con estremo favore e abbiamo fatto come Fondazione una erogazione”.
E ha sottolineato: “Dobbiamo essere estremamente orgogliosi della radiologia italiana, che è una delle migliori al mondo. Dobbiamo andarne fieri, ne sono fermamente convinto. Come dobbiamo andare fieri della nostra azienda”, che “produce tutto in Italia, per scelta: non abbiamo impianti di produzioni all’estero. Abbiamo una quota di mercato che rappresenta il 30% della quota mondiale, ed è tutto prodotto in Italia. Noi andiamo fieri delle nostre eccellenze”.
Ecco allora l’importanza del progetto “Art from inside”, ovvero l’utilizzo della diagnostica nel restauro beni culturali. Un progetto realizzato da Bracco in partnership con importanti Istituzioni artistiche internazionali. Le tecnologie altamente innovative sviluppate dal Gruppo in campo di diagnostica medica, in pratica, vengono applicate ai capolavori dell’arte italiana consentendo di “guardare dentro le opere” e di proporre al pubblico un punto di vista nuovo.
Durante la presentazione del Museo della Radiologia il professor Maurizio Seracini, dell’Università di San Diego, ha tenuto anche una lezione magistrale su ‘Dentro i segreti dell’arte attraverso le scienze’. Seracini è infatti un medico noto per la sua attività: radiografa opere come la Primavera di Botticelli o L’Annunciazione di Leonardo da Vinci.
Visitare il museo permette un vero e proprio viaggio nella storia con pezzi unici esposti al Policlinico. Un gioiello, insomma, non solo per studenti e studiosi.
In collaborazione con AdnKronos
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